Dopo 42 anni di apparente inattività, si è improvvisamente risvegliato il vulcano Calbuco, sito a cavallo delle Ande nel sud del Cile. Un risveglio con il botto. Le immagini che giungono dal luogo dell’evento sono impressionanti e ci guidano alla scoperta di un particolare fenomeno che può svilupparsi in queste situazioni: quella del temporale originato da una nube vulcanica. Il pirocumulo.
Come ogni altra nube cumuliforme, il pirocumulo è una nube a sviluppo verticale che trae origine dalla convezione. E’ in buona sostanza un mezzo entro il quale viene trasportato il calore raccolto da una fonte. Normalmente queste fonti sono le bolle d’aria che si staccano dai profili del terreno e che nella stagione calda hanno forza sufficiente per alzarsi sino ale rispettive quote di condensazione, generando appunto le nubi dette cumuli.
Nel caso del vulcano, la fonte di calore è quella generata dall’eruzione, che si accompagna anche alla miscelazione con gas e polveri, ma il risultato finale è il medesimo. Per questo motivo anche i pirocumuli vengono classificati come “humulis“, “mediocris“, “congestus” e, se degenerano producendo tuoni, fulmini e precipitazioni, diventano “pirocumulonembi”.
Si signori, il fenomeno è decisamente raro, ma durante eruzioni vulcaniche di particolare violenza, possono manifestarsi addirittura temporali, come possiamo notare dall’immagine. L’imponente massa d’aria in ascesa forzata per il sollevamento indotto dall’eruzione, raccoglie l’umidità atmosferica e dà vita a questo fenomeno assolutamente spettrale. La diversa composizione delle particelle crea una differenza di potenziale all’interno della colonna di fumo e di vapore acqueo, tale da generare i fulmini. Chiaro che laddove si venga investiti da una precipitazione così originata, le conseguenze su persone e cose certamente lasceranno il segno.
Sotto il video time lapse (accelerato) dell’eruzione in atto in Cile.
Luca Angelini
https://youtube.com/watch?v=3WOluVIPVu0
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