Le ondate di freddo tardive sono contemplate nella climatologia del nostro Paese tuttavia, come ormai sembra essere sempre più una regola, anche tali episodi puntano subito all’eccesso, all’evento estremo. Se consideriamo infatti che veniamo da un lungo periodo con temperature ben al di sopra della media, più simili al periodo maggio-giugno che marzo-aprile, non sarà difficile comprendere che un evento estremo con possibili gelate in questo periodo di piena attività vegetativa potrebbe causare danni anche notevoli-
Danni soprattutto nelle regioni che non potranno ricevere i benefici di eventuali piogge, come molte zone delle regioni nord-occidentali dove il freddo, per quanto forse un po’ meno esasperato per via della parziale mitigazione favonica, sarà comunque ulteriormente secco.
Detto questo, andiamo ad esaminare la cartina proposta in alto (click per aprirla): vi è rappresentato il campo di temperatura previsto sulla superficie isobarica di 850hPa, corrispondente a circa 1.500 metri, per la notte tra mercoledì 19 e giovedì 20 aprile. Si nota un’Italia che a quella quota (decisamente modesta per la stagione) sarà praticamente tutta sotto zero.
Vi faccio notare che un siffatto profilo termico, fatta eccezione per lo scorso mese di gennaio, si è riscontrato di rado persino durante la scorsa stagione invernale…
Luca Angelini