
Il tempo non è il clima; il tempo è il vestito e il clima il guardaroba. Con questo esempio, speriamo sufficientemente efficace per farci capire una differenza fondamentale, intendiamo mettere a confronto una situazione meteorologica estrema che si sta compiendo ai due capi dell’Italia. Prendiamo il Piemonte che sappiamo essere afflitto da uno stato siccitoso cronico da almeno 3 anni consecutivi. In tutto il 2022 sul capoluogo Torino sono caduti 310 millimetri di pioggia contro una media di 898 millimetri; vale a dire un deficit del 65% metto. Nello stesso periodo, facendo una media omogenea dell’intera regione, i millimetri caduti sono stati 612 contro i 1029 della media climatologica (-41%).
Ora, se andiamo a confrontare questi dati con quelli registrati in alcune aree della Sicilia investite dalla recente ondata di maltempo, possiamo ben capire cosa significhi estremizzazione dei fenomeni meteo. Si passa infatti da una situazione di grave siccità ad una potenzialmente alluvionale. Osservate la mappa qui sotto: nelle province di Ragusa e Siracusa tra il 9 e il 10 febbraio sono caduti fino a 504 millimetri di pioggia in sole 36 ore, con vaste aree tra 300 e 400 millimetri. In altre parole su quelle zone della Sicilia, in una manciata di ore, è caduta più pioggia di quella caduta a Torino nell’intero anno 2022 e quasi quella caduta in 365 giorni sull’intero Piemonte.

Dunque il tempo non è il clima, ma il cambiamento del sottofondo climatico cambia il vestito anche agli eventi meteorologici, sempre più spesso di natura estrema.
Luca Angelini
