Meteo: sempre più verso l’ignoto

Se la situazione meteorologica attuale è un film ormai conosciuto fin troppo bene, quello che ci riserverà il domani è un salto nel vuoto. La molla delle anomalie, caricata al massimo, può riservare effetti dirompenti e a noi ignoti. E questo non può fare che preoccuparci e preoccuparci seriamente anche. Al momento è solo grazie alla fase astronomica della stagione se l’autunno non è una replica dell’estate. Fatto sta, che quelle ininterrotte rimonte anticicloniche subtropicali, che per mesi ci hanno proposto condizioni atmosferiche troppe volte fuori dal comune, forniscono agli studiosi prove sempre più schiaccianti su un clima che sta cambiando troppo in fretta, anche in sede mediterranea.

È proprio questo frettoloso cambiamento che ci spiazza perché, in un certo senso, ci spinge indirettamente a sperimentare l’ignoto, cioè un terreno meteorologicamente inesplorato. Non sappiamo, infatti, fino a che punto può arrivare la reazione della dinamica dell’atmosfera quando la corda viene tirata troppo perché non conosciamo a fondo quanto può arrivare a valere la costante elastica di una molla che adesso la stessa dinamica sta tirando a più non posso. Non sappiamo, infatti, quanto durerà l’egemonia anticiclonica e fino a quando, di conseguenza, ci troveremo in compagnia di un stato termico decisamente alterato. Su una cosa, però, possiamo essere certi: che prima o poi questo equilibrio si romperà perché anche un sistema complesso e caotico quale è l’atmosfera prima o poi finirà per cambiare stato.

La prima osservazione da fare è che, più la stagione avanza e più diventa probabile venir raggiunti da aria via via più fredda: non sarebbe questa l’anomalia, anzi, ma lo sarà senz’altro il potenziale energetico che quest’ultima si troverebbe dinnanzi, perché quel carico di energia non sarebbe più consono al periodo, ma eccezionalmente fuori tempo massimo. I fenomeni estremi non guardano in faccia a nessuno ed avvengono semplicemente perché sono espressione delle leggi della termodinamica: la tempesta Vaia, di cui tra qualche giorno ricorre il quarto anniversario del suo passaggio con venti che arrivarono a soffiare fino a 200 chilometri orari e con ingenti danni da nord a sud, è per esempio proprio una delle espressioni di quell’ignoto.

Sia chiaro, non stiamo parlando di uno scenario catastrofista buttato li per cavalcare la moda delle notizie che hanno bisogno di fare scalpore per essere lette. Al contrario, è uno scenario reale, tangibile, che nasce dal considerare una situazione – quella attuale – che si sta portando ben oltre i limiti climatologici e la consapevolezza che prima o poi questa molla si romperà. Con tutte le conseguenze che ne potrebbero derivare.

Per ulteriori considerazioni: Prof. Andrea Corigliano pagina ufficiale

Andrea Corigliano e Luca Angelini