Se in Italia il freddo e la neve non scherzano, in Europa fanno davvero sul serio. La lingua di aria molto fredda che ha varcato i confini del Circolo Polare Artico e che è stata poi rinvigorita e compattata da quella gelida richiamata dalle sterminate distese innevate della Russia, ha investito mezzo Continente con una manovra a compasso dal sapore d’altri tempi.
Molte città si sono così ritrovate di punto in bianco sul filo dei meno trenta gradi, e questo in particolare in un incedere galoppante dapprima nel nord della Finlandia, poi la Russia e infine anche l’Europa orientale con La Polonia e i Paesi balcanici a contendersi valori termici inferiori a meno venti. In questo clima da disfatta in Russia il Paese che ha pagato il tributo peggiore in termini di vite umane è l’Ungheria, che conta ben ottanta vittime, più del doppio di quante ne sono morte l’intero inverno dello scorso anno. Almeno 20 persone sono morte all’aperto, 27 all’interno delle loro case non riscaldate e 33 in ospedale o in istituti di cura. La più giovane aveva 35 anni, la più vecchia 89.
Purtroppo in seguito alle severe condizioni di maltempo, anche in Italia si contano ben otto decessi in soli due giorni. Le vittime del freddo sono al momento otto, due in Lombardia, le altre a Firenze, Latina, Altamura, Avellino, Aversa e Messina.
Tornando al di là dei confini, in Europa spiccano i -50°C tondi tondi registrati la scorsa notte a Okunev Nos (22 m, Russia), ma non sono da meno anche i -30°C netti registrati nella notte tra venerdì e sabato a Mosca, i -25°C di Helsinki e di Minsk, i -24°C di Vilnius, i -22°C di Monaco in Baviera. La notte prima notevoli anche i -35°C di Rovaniemi e i -27°C di Murmansk in Russia.
Una situazione molto lenta ad evolvere che presenta sulla piattaforma continentale un unico enorme muro di gelo che colloca il suo vertice periferico sulle nostre regioni meridionali. Lo farà ancora per qualche giorno, come abbiamo descritto in questo VIDEO-EDITORIALE, poi nuove presenze fredde seppur non più gelide, interverranno a confermare che l’inverno, almeno in questa fase c’è.
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Luca Angelini