Monsoni più forti negli ultimi 30 anni, quali conseguenze?

Lo ha dimostrato uno studio condotto dall’International Pacific Research Center dell’Università delle Hawaii.

Monsoni estivi sono aumentati di intensità, tanto che nell’emisfero nord, a ridosso delle zone soggette a queso tipo di precipitazioni,  le piogge sono significativamente aumentate. Lo affermano i ricercatori dell’International Pacific Research Center dell’Università delle Hawaii. I risultati della ricerca sono stati pubblicati su Proceedings of the National Academy of Sciences.

Esaminando i dati climatici nel corso degli ultimi 30 anni, i ricercatori hanno scoperto che la circolazione monsonica estiva si sia notevolmente intensificata. I Monsoni traggono la loro forza dalla differenza di temperatura tra oceani e continenti.

Secondo l’equipe di ricerca, l’origine principale di tale processo è da attribuire ad un pregresso raffreddamento del Pacifico orientale, iniziato nel 1998 a causa di oscillazioni naturali a lungo termine nelle temperature oceaniche di superficie del settore ENSO (Nino e Nina).  Nell’ambito di questo aumento delle precipitazioni, quantificato in 9,5% è stato calcolato anche un contributo antropogenico pari al 2,6% per ogni grado di temperatura in più.

Dunque ancora una modifica legata al nuovo profilo climatico del Pianeta. E se pensiamo che, giusto per fare un esempio, il Monsone del nord Africa modula la risalita dell’anticiclone nord-africano verso il Mediterraneo, abbiamo già dato una risposta ad un altro importante interrogativo, quello sulla presenza sempre più invasiva di questa, consentitemi, “antipatica” figura atmosferica.

Luca Angelini 

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