In un contesto che da giorni propone temperature al di sotto della media, anche se non di molto, il vortice di passaggio nelle prossime 36-48 ore, ossia tra giovedì 19 e venerdì 20 porterà con sè un ulteriore carico di aria fresca, in questo caso soprattutto in quota. La massa d’aria che ne costituisce il nucleo infatti, di origine polare e di caratteristiche marittime, mostra una struttura rimescolata, con l’aria più fredda che tende a cadere verso il basso soprattutto laddove si accompagna a rovesci e temporali.
La fenomenologia annessa a questo passaggio perturbato è già stata adeguatamente approfondita nel nostro precedente articolo. In questa sede intendiamo invece focalizzare l’attenzione proprio sulle conseguenze di questo rovesciamento di aria fredda dall’alto, che potrà causare nevicate sulle nostre montagne a quote anche “interessanti” per la stagione.
Per quanto riguarda l’arco alpino, Prealpi comprese, il livello medio dello zero termico e l’analisi della colonna d’aria alle quote superiori, ci suggerisce la possibilità di nevicate fin verso i 1.600-1.800 metri, localmente e temporaneamente anche più in basso in caso di temporali particolarmente intensi (più probabili sul settore lombardo-veneto nella giornata di giovedì). Da notare gli accumuli previsti in quota dal modello elaborato dal Consorzio LAMMA. Le precipitazioni saranno accompagnate da venti forti in quota, che tenderanno a disporsi dai quadranti settentrionali.
Stessa quota e stesso meccanismo toccherà all’Appennino settentrionale, dove sono attese temporanee nevicate nella giornata di giovedì, mentre per l’Appennino centrale, nella stessa giornata, si salirà un poco, con limite medio che, partendo da 2.000 metri circa iniziali, potrà poi collocarsi a regime intorno a 1.700-1.800 metri.
Venerdì ancora qualche spruzzata di neve sulle cime dell’Appennino centrale fin verso i 1.800 metri, mentre compariranno cime spolverate di bianco anche sull’Appennino meridionale, pur se a quota leggermente più alta, comunque sino ad un limite probabile di 1.800 metri. Meno interessato solo il tratto silano, praticamente saltate le Isole Maggiori.
Luca Angelini
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