Quest’anno ci mancava. Quest’anno mancavano queste notizie fresche fresche in arrivo d’oltre oceano che rendono bene l’idea su quel binario climatico che esiste tra noi Europei e i cugini nord Americani. Lungo la costa est degli USA è arrivato il Blizzard, ormai lo conosciamo tutti, il vento gelido che trasporta un fiume d’aria originatasi sulla calotta artica e la riversa alle medie latitudini.
Con il Blizzard la temperatura è scesa di 15 gradi in 48 ore,(in questa pagina puoi controllare i dati in tempo reale) ma il Blizzard è anche sinonimo di un evento nevoso particolarmente severo, non la nevicata a larghe falde che noi tutti ci immaginiamo, bensì una vera e propria tormenta di neve, del tutto simile a quella che interessa da noi, soprattutto l’alta montagna.
Allora metti una bufera stile Passo del Falzarego su una megalopoli come New York e il gioco è fatto: la grande civiltà arranca, rallenta poi si blocca, un po come fa un alveare al calar del sole. Ma i Neworkesi non erano preparati alle nevicate di questo tipo? Le fa tutti gli inverni, anche diverse volte, come è possibile che nei super tecnologici anni Duemila ci si possa ancora bloccare per un po’ di neve? Qualcosa non ha funzionato, la Protezione Civile americana non è stata all’altezza?
Nulla di tutto questo. In tutto ciò quelli fuori posto siamo noi, è la nostra frenesia è la vita moderna che non contempla la presenza della natura. In una megalopoli dove ci sono più grattacieli che alberi la neve è un qualcosa che ti riporta indietro ad ere passate, ti rimette a nudo così come eravamo, nulla dinnanzi agli elementi della natura.
E se non ce la fanno i Newyorkesi che la vedono tutti gli anni, volete che ce la facciamo noi Italiani abituati al tepore mediterraneo, magari davanti a tre metri di neve come è capitato in Abruzzo?
Luca Angelini