
Ricordate l’intensa ondata di calore che ha interessato il nord America a fine giugno? Ebbene, secondo la statistica climatologica si è trattato di un evento da ascrivere tra quelli eccezionali. Questo termine, il più delle volte abusato in ambito editoriale, trova invece riscontro in questo caso dalle analisi climatologiche condotte dall’ISAC/CNR, che ne ha calcolato anche i tempi di ritorno: ben 1.000 anni!
A tal proposito è stato stilato un rapporto preliminare sull’eccezionalità statistica dell’ondata di calore in esame, a firma di alcuni/e collaboratori/collaboratrici dell’iniziativa “World Weather Attribution” (WWA), dedicata alla rapida attribuzione di eventi meteorologici estremi al cambiamento climatico globale antropico. E’ emerso che, se le temperature attuali fossero in linea con le medie del Novecento, questo evento non sarebbe stato possibile. E’ stato infatti calcolato che se la temperatura globale fosse stata di 1,2°C più bassa dell’attuale (la media del secolo scorso appunto) le temperature associate a questa ondata di calore sarebbero state più basse di 2.0°C.
Ma c’è di più: gli stessi ricercatori hanno anche previsto che un evento simile potrebbe avere in futuro tempi di ritorno sempre più brevi, addirittura compresi tra 5 e 10 anni, considerando un aumento di 2 gradi centigradi rispetto ai livelli di inizi ‘900. Va da sé che questo riscaldamento così rapido e vistoso diventa sempre più un problema reale e concreto, in quanto pone le basi per una nuova normalità con la quale sarà veramente difficile convivere.
Credit Valerio (ISAC-CNR)
Roberto Ingrosso e Luca Angelini
