Troppo spesso forse si punta l’attenzione su quello che potrebbe accadere dopo, ma si guarda troppo poco a quello che è già stato. Eppure la sola anomalia meteo-climatica che ha fatto rilevare il mese di novembre appena concluso, dovrebbe far notizia molto più delle sempre più pressanti meteo-bufale su ondate di gelo inesistenti.
I dati della NOAA (cui si riferiscono le nostre figure) piuttosto che quelli del CNR o di altre realtà di studio climatico sono tutti sulla stessa nota. Una nota acuta, come acuta è l’anomalia che tinge di rosso le carte e lascia senza fiato le nostre terre.
La prima mappa in alto è impietosa e rappresenta in piccola scala quelli che sono gli effetti concreti della cosiddetta “estremizzazione” del clima: siccità assoluta al nord, dove sulle Alpi, tanto per fare un esempio, non è caduta una sola goccia d’acqua, tanto.meno un solo fiocco di neve, ad eccezione dei settori più prossimi al confine svizzero (ma anche in questo caso si è trattato di spolverate).
Precipitazioni molto al di sotto della media anche sul resto del nord, sulle regioni centrali tirreniche e in Sardegna, mentre passando al sud, spiccano el regioni ioniche, segnatamente Calabria e Sicilia, dove invece ha piovuto il doppio del normale, piovosità però accumulata nel corso di soli 1-2 episodi.
Anche nel campo delle temperature, come si evince dalla seconda mappa, l’anomalia è incontrovertibile, seppur non trascendentale. Ha si fatto più caldo della norma (caldo in relazione alla stagione naturalmente), ma lo scarto medio rispetto ai valori climatologici di novembre non si è discostato oltre i 2-3°C. Per contro è importante notare che questa anomalia ha interessato tutte le regioni d’Italia, dalle Alpi alla Sicilia ma, fatto ancor più rilevante, ha rappresentato lo stato dell’arte anche sul resto dell’Europa, dove per giunta l’anomalia è stata più marcata (fino a 4-5°C sopra la media).
Luca Angelini
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