Un doveroso appunto di semplice informazione che, come sapete, su questo sito potete trovare genuina e pulita da ogni forzatura d’interesse: dalle elaborazioni numeriche attualmente disponibili, non emerge alcun elemento che possa far ritenere possibile un’ondata di gelo sull’Italia almeno sino alla metà del mese di febbraio.
Come avevo anticipato qualche giorno fa, la pietra miliare di quello che, secondo quanto si legge erroneamente in giro per il web, sarebbe in grado di innescare una paventata fase di gelo invernale, ossia un potente riscaldamento stratosferico polare, continua a non reggere. In tale contesto, anche la modellistica numerica che calcola lo stato dell’atmosfera negli strati medio bassi, ossia in troposfera, non risponde e seguita a delineare scenari che descrivere come “invernali” è fin troppo generoso.
Sia lo studio dei treni d’onda infatti (prima figura), che il classico diagramma d’ensemble GFS (seconda figura), i prodotti più adeguati per fare osservazioni a lunga scadenza, non mostrano alcuno scossone nell’evoluzione a medio e lungo termine. L’unica variante all’assolo anticiclonico di questo mancato inverno 2015/16 sarà un possibile intervento delle correnti perturbate atlantiche che, a partire dal 5-7 febbraio, garantirebbe un percorso in step successivi orientati ad un lento rientro alla normalità climatica della seconda decade di febbraio.
Nulla di eclatante dunque, a meno di improbabili eventi estremi in stratosfera, che in ogni caso avrebbero una eventuale impronta di coda non prima della fine del mese. Fate un po’ i vostri calcoli…
Luca Angelini
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