
“Ma una notizia un po’ originale non ha bisogno di alcun giornale, come una freccia dall’arco scocca vola veloce di bocca in bocca.” Quel genio della poesia che era il compianto Fabrizio de Andrè, si dimostra con il suo pezzo più forte “Bocca di Rosa” datato 1967 il precursore assoluto dell‘attuale stato dell’informazione, basata sulla “fonte più attendibile”, quella dei social network.
Capita così che gli avvoltoi della meteo sono li pronti ad agguantare con destrezza felina la prima carta meteorologica che rifletta un po’ di azzurro, quello che indica la posizione delle masse di aria fredda per intenderci. Non che ci voglia una laurea in fisica, una specializzazione e qualche master all’attivo per riconoscere un colore, ma per interpretare un processo fisico rappresentato da un modello numerico, ricostruire i motivi per cui si è attuato quel processo, nonchè prevederne l’evoluzione è materia che richiede certamente qualche conoscenza specifica.
Ma, sempre per citare de Andrè “Si sa che la gente da buoni consigli sentendosi come Gesù nel tempio, si sa che la gene da buoni consigli se non può più dare cattivo esempio”. Così eccoci nuovamente a sentir parlare di ondata di gelo. Quando? Tra due settimane. Ah, però! Se tra cinque minuti scendo per strada non so chi incontrerò, so però che tra 15 giorni arriverà un’ondata di gelo. Cosa significa, che il caos deterministico fa figli e figliastri? Che la matematica è un’opinione? Che la statistica è un piatto tipico regionale?
Allora, cari amici e lettori, veniamo al sodo: dal materiale tecnico attualmente disponibile non è possibile disporre di una previsione meteorologica per la metà di febbraio. Si può comunque ritenere possibile sull’Italia una fase caratterizzata da una generale discesa delle temperature in un range temporale compreso tra l’8 e il 12 febbraio. L’attendibilità è già qui molto bassa (vedi grafico allegato). Questo calo termico pare possa coinvolgere soprattutto le regioni centro-meridionali, dove diversi scenari calcolati indicano valori al di sotto della media di riferimento (prima decade di febbraio). Di più non si può dire perchè parleremmo del nulla.
Chiarito questo, non ci rimane che attendere l’evoluzione calcolata dagli elaboratori alla luce dei dati sempre nuovi che costituiranno poi la base per una vera e propria previsione.
Luca Angelini