Perché non piove e nevica più come prima?

Cambia il tempo ed è sotto gli occhi di tutti. Ma come stanno cambiando i cieli sopra di noi? La prima osservazione che risulta immediata ed attuale, oltre alle temperature sempre più miti, è che non piove più come prima. E’ cambiata la distribuzione delle precipitazioni, la loro frequenza, la loro portata e la loro intensità, anche sotto forma di fenomeni estremi. Se fino a qualche anno fa gli apporti annuali alla fine risultavano in linea con il passato, anche se con episodi mal distribuiti nell’arco dell’anno, ora si è notato anche un calo evidente delle precipitazioni totali. Cosa sta accadendo?

Come sempre, in meteorologia non c’è mai una sola causa, ma una serie di fattori che, operando in sinergia tra loro, determinano e amplificano una certa anomalia. Nella fattispecie, possiamo identificare una serie di cause collegate alle conseguenze del cambiamento climatico in atto: la diminuzione delle piogge negli ultimi anni è da imputare in primo luogo ad una modifica delle correnti portanti, quelle che guidano il tempo alle medie latitudini. La fascia media di scorrimento delle perturbazioni, quella che un tempo era identificata come “fronte polare” si è alzata di latitudine. Questo perché la fascia climatica di Halley, ovvero la circolazione subtropicale, si è dilatata a spese della fascia climatica temperata (la nostra).

Le perturbazioni in questo modo hanno minore occasione per sorvolare il Mediterraneo e, se ci entrano, lo fanno con le loro propaggini periferiche le quali spesso e volentieri finiscono per staccare vortici di bassa pressione isolati. Questi ultimi, sopravvivono soprattutto grazie ai contrasti termodinamici sui nostri mari e dunque le precipitazioni ad essi collegate interessano con maggior probabilità e frequenza le nostre regioni centrali e meridionali, disertando quelle settentrionali.

Ci sono poi motivi legati alla variabilità interna a media frequenza dettata da particolari oscillazioni climatiche: tra queste i cicli delle temperature oceaniche dell’ENSO (Pacifico) e dell’AMO (Atlantico) che modificano la nascita e l’evoluzione delle onde atmosferiche in viaggio lungo l’emisfero. Non ultima entra in gioco anche la ola temporalesca tropicale (indice MJO) che accompagna o contrasta lo sviluppo delle medesime onde atmosferiche. Come vedete, una serie di fattori che si uniscono e poi si scompongono con varie combinazioni e frequenze, tali da dare vita ad anomalie meteorologiche più o meno prolungate.

Il gioco delle probabilità, a livello puramente matematico, suggerisce che non potrà non piovere per sempre ma di sicuro, con le configurazioni viste sopra, la probabilità di rivedere le colossali perturbazioni degli anni ’70-80 si è ridotta drasticamente e non tornerà come prima in tempi brevi. Rimane la speranza di tornare a vedere cadere la pioggia almeno quanto basta per non soffrire più questo stato di cronica e insana siccità.

Luca Angelini