Prime conferme: da metà gennaio si inizierà a "masticare" un po' di inverno

MULTIMODELLa regola d’oro per capire l’inverno è quella di non aspettarsi mai eventi eccezionali. Questo per il semplice fatto che gli strumenti messi a disposizione da un approccio scientifico valido, non contemplano ipotesi estreme, bensì scenari entro il range della media climatologica. La statistica insegna infatti che eliminando a monte ipotesi estreme, otteniamo un corollario di scenari altamente probabili e quindi, in linea di principio, una maggior veridicità prognostica.

Tutta questa manfrina, oltre a mettervi ancora una volta in guardia, cari lettori, da chi strombazza a tambur battente improbabili eventi di gelo estremo, entra a pieno titolo in quella che sembra prospettarsi quale linea evolutiva più probabile per la seconda parte di gennaio: ci aspetta finalmente un rientro meteo-climatico entro condizioni invernali.

Domanda chiave: e com’è l’inverno sull’Italia? Certamente non gelido come quello nord-americano e tanto meno siberiano, bensì freddo quanto basta, senza scomodare record o vissuti epocali.

Ma veniamo ad una prima bozza di quel che ci aspetta nella seconda decade di gennaio: smaltiti gli eccessi dovuti al Getto Polare, lanciato a 300 all’ora sui cieli euro-atlantici, la circolazione circumpolare inizierà ad ondulare lungo l’emisfero, vuoi anche per una parziale imbeccata da parte della stratosfera polare, ove si è verificato un temporaneo riscaldamento con parziale riassetto dei centri di pressione.

Per tale motivo sul Mediterraneo e sull’Italia non affluiranno più masse d’aria miti subtropicali, ma più fredde intermedie e polari dal nord Atlantico. Tanto basterà per far rientrare finalmente il profilo termico entro valori nella norma, ma non è tutto. In questo contesto, l’alta delle Azzorre sarà costretta a fare un passo indietro, ricollocando il suo quartier generale nel bel mezzo dell’Atlantico. Studiando l’evoluzione dei treni d’onda sembra che dopo la metà del mese possa ergersi un importante blocco atmosferico a 60° ovest, ossia sull’Atlantico occidentale, il che agevolerebbe l’approfondimento di un canale depressionario dal nord Atlantico verso l’Europa, con possibile inserimento di perturbazioni a catena anche verso il Mediterraneo.

Da qui la possibilità che l’inverno possa riscattarsi e, come anticipato a suo tempo, dare finalmente quella svolta stagionale che da tempo tutti si aspettano.

Luca Angelini

 

 

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