Prognosi a lungo termine? Oggi non se ne possono fare

spaghi fine gennaioIn attesa che le code dei modelli deterministici aggancino l’evoluzione in atto nella stratosfera, che come abbiamo visto in questo articolo di qualche giorno fa, sta compiendo una manovra di rotazione a carico del Vortice Polore, lo stato del tempo a lungo termine va ad impattare contro un invalicabile muro di bassa predicibilità che limita la nostra gittata agli ultimi giorni di gennaio.

Il grafico d’ensemble qui proposto, elaborato dal modello americano GFS e riferito alle nostre regioni centrali, mostra l’attuale fase climatica che è rientrata nella norma e che gestisce alcune perturbazioni a sfondo piovoso e con neve sino a bassa quota al nord. Segue una fase di 2-3 giorni, caratterizzata dall’afflusso di aria più fredda continentale, di derivazione balcanica, risucchiata dal vortice che si sta approfondendo proprio in queste ore a cavallo dei nostri mari meridionali.

Arriviamo così al 29-30 gennaio allorquando diversi elementi di prognosi vanno alla deriva e conferiscono alla previsione affidabilità molto bassa. Osservate lo spread tra le temperature medie previste sul piano isobarico di 850hPa, circa 1.500 metri di quota, ben 18°C il 31 gennaio e addirittura 21°C il 3 febbraio.

Tanto basti per tirare i remi in barca e concentrarci sulla sinottica di questi giorni che, sino al prossimo weekend, mostra interessanti scenari evolutivi.

Luca Angelini

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