
Si riapre la porta atlantica; dopo diversi giorni trascorsi sotto l’azione di flussi settentrionali, dalla prossima settimana pare possibile uno sblocco delle temperate e umide correnti provenienti dall’oceano.
In termini tecnici, questo cambiamento di fase della circolazione deve in parte la sua mossa ad un vistoso riscaldamento avvenuto alcuni giorni fa nella stratosfera polare, un evento di Stratwarming dunque, che ha costretto il vortice polare ad uscire dalla sua sede naturale per sbilanciarsi verso l’Europa. Non essendoci stata rottura fisica del vortice polare, ma solo uno spostamento dell’asse maggiore, il grosso del freddo finirà per fermarsi all’altezza del 50° parallelo (vedi linea rossa rappresentata nella cartina), mentre più a sud, quindi alle nostre latitudini, si infileranno le piovose e certamente più utili perturbazioni atlantiche.
All’atto pratico, giunti a questo punto della stagione, il freddo sterile o che produce precipitazioni localizzate inizia a stare stretto, mentre le piogge (e le nevicate in montagna), unitamente a temperature consone per il periodo e inserite in un contesto di generale variabilità meteorologica, avrebbero certamente un importanza vitale, soprattutto nell’ottica di recuperare il deficit idrico che ancora attanaglia diverse regioni. Dunque ben venga questo cambiamento d’assetto della circolazione e del tempo che, a partire da lunedì 6 – martedì 7 marzo, conferirà allo stato del tempo un’impronta di spiccata variabilità, più tipica dell’inizio della primavera piuttosto che alla fine dell’inverno.
Ulteriori informazioni nel nostro ultimo VIDEO meteo.
Luca Angelini
