Quando le ALPI fanno la differenza

Spettacolare situazione di sbarramento/favonio in atto lungo l’arco alpino. Quando una corrente umida di origine atlantica proveniente da nord-ovest incontra una catena montuosa imponente ed estesa come le Alpi viene bloccata e costretta ad ammassarsi a ridosso dei versanti esteri dove si hanno abbondanti precipitazioni.

Nel nostro caso queste precipitazioni, per gran parte nevose, riescono a sfondare da nord oltre lo spartiacque alpino e riversarsi a ridosso delle vallate superiori, quelle più a nord prossime al confine di Stato. E’ il fenomeno del “Foehn mascherato“, che abbiamo a/pprofondito in questo apposito editoriale.

Lo possono fare perchè le corrente in quota, quella che guida, che pilota la perturbazione, è molto veloce e spinge le precipitazioni a guadagnare in parte la Valle d’Aosta, la val Formazza, la val Chiavenna, l’alta Valtellina e l’Alto Adige.

Come possiamo notare dall’immagine satellitare allegata qui sotto, il contrasto tra i due versanti delle Alpi è nettissimo: neve a nord, dove agisce lo sbarramento, l’accumulo di aria e quindi la risalita delle correnti lungo i versanti con condensazione e precipitazione, e sereno a sud, dove il vento prosegue la sua corsa ormai scarico di umidità e con una componente discendente che per compressione la rende ancor più asciutta e mite, il classico Foehn.

Ecco come si presentavano oggi, 15 marzo, alcune località alpine italiane interessate dallo sfondamento del muro nuvoloso: in evidenza (clic per aprirla) Livigno (alta Lombardia), poi Champoluc (Val d’Ayas, Aosta) e San Giacomo in valle Aurina (Alto Adige – Sud Tirol).

Luca Angelini