I segreti del bello e del cattivo tempo

I fenomeni meteorologici nascono per redistribuire il calore sulla superficie terrestre, riscaldata dal sole in modo differente a seconda della latitudini e delle variabili astronomiche. Il tutto può essere tradotto nel seguente linguaggio: i fenomeni meteorologici nascono dalle anomalie della PV, ovvero della vorticità potenziale. Quest’ultima, se analizzata su superfici isoentropiche, ovvero con la stessa temperatura potenziale, si rivela un ottimo tracciante delle masse d’aria e mette in evidenzia in particolare le ondulazioni della tropopausa, quel diaframma che separa stratosfera dalla troposfera. Semplificando al massimo il concetto, possiamo affermare che la tropopausa ondula essenzialmente per motivi legati alla presenza di colonne di aria fredda o calda: è più bassa in presenza di aria fredda (meno spessore per minor dilatazione, regioni polari), più alta in presenza di aria calda (maggior dilatazione, regioni tropicali) .

Da questa analisi si notano continui scambi di flussi tra troposfera e stratosfera: anomalie negative oltre una certa soglia di PV indicano scie di aria troposferica che penetra in stratosfera, viceversa anomalie positive vedono filamenti di aria stratosferica che discende in troposfera. Si noti che il noto processo della ciclogenesi (formazione di basse pressioni) si innesca e si sviluppa qualora un anomalia positiva della PV, ossia una flessione della tropopausa (quindi un abbassamento della stratosfera) venga a sovrapporsi ad una zona frontale nei bassi strati. Da qui l’importanza di analizzare i vari piani isobarici per una corretta diagnosi dei soggetti sinottici e quindi del quadro meteorologico generale.

Luca Angelini

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