Lo conoscete il popolare modo di dire riguardo quello che accade a Capodanno vero? Se lo prendessimo alla lettera saremmo spacciati, a meno che non diventassimo tutti fans sfegatati dell’estate 365 giorni l’anno più uno per ogni anno bisestile, fatto sta che la fase meteorologica a cavallo di questa ricorrenza distribuirà sole a piene mani su gran parte dell’Italia.
C’è poco da dire di nuovo se non che preme senz’altro sottolineare la presenza costante, invadente, quasi esasperante di un campo di alte pressioni sulla porta occidentale dell’Europa, quella attraverso la quale dovrebbero fare il loro ingresso le perturbazioni atlantiche. Una situazione che mima un po’ quanto accadde alla fine dell’autunno 2015 e l’inizio dell’inverno 2016 e che si protrasse fino agli inizi di gennaio, lasciando poi un po’ di spago al’inverno (per modo di dire) solo nella seconda parte.
Senza correre troppo avanti (questa sera comunque aggiorneremo la situazione generale con un video di approfondimento), vi posso comunque confermare questa linea morbida della stagione. L’arco temporale durante il quale si consumeranno i festeggiamenti in onore del nuovo anno, da San Silvestro a Capodanno appunto, trascorreranno sotto l’abbraccio dell’alta pressione quindi con tempo per gran parte stabile e soleggiato.
Residue infiltrazioni fresche andranno ancora a lambire appena le nostre estreme regioni meridionali senza colpo ferire, mentre sul resto d’Italia neanche quello: farà solo un po’ freddo durante la notte ( e ci mancherebbe altro siamo a Capodanno!) si potrà avere qualche brinata nelle zone interne e anche in pianura sulla val Padana, dove tra l’altro incombe l’incognita nebbia. Per il resto, come abbiamo detto, ci aspettano due giornate di gran sole e temperature che risaliranno anche al sud, attualmente alle prese con una breve irruzione fredda, pur non risalendo ancora su queste zone al di sopra della media.
Altrove valori prossimi a quelli medi stagionali o lievemente superiori in montagna al nord. Montagna che aspetta ancora la neve e che invece dovrà cavarsela in qualche modo, facendo buon viso a cattivo gioco. Solo le Alpi occidentali infatti potranno contare sull’eredità dell’unica perturbazione di dicembre, mentre sul resto delle nostre montagne sarebbe più opportuno abbandonare insani propositi di sciate a tutti i costi su tappeti di neve finta circondati dall’erba, questo almeno sino all’Epifania, poi si vedrà.
Luca Angelini