
Il fronte freddo altro non è se non un ammasso nuvoloso lungo paecchie centinaia di chilometri e largo alcune decine (parliamo di valori medi e di strutture schematiche) dovuto al sollevamento forzato di aria calda da parte di una massa d’aria fredda proveniente da lontano che vi si infila sotto a causa della sua maggior densità. Il meccanismo apparentemente semplice, nasconde però alcune differenze che hanno suggerito una classificazione più accurata che ci ha portato a individuare ben tre sottotipi di fronte freddo: l’anafronte, il katafronte e il fronte spaccato. Per meglio comprendere i sottotipi di fronte freddo osserviamo le seguenti figure, ove sono rappresentati i seguenti parametri: triangoli blu = linea frontale, frecce rosse = aria calda, frecce blu = aria fredda, tratteggio giall0 = corrente a getto.
L’anafronte freddo è composto da una massa nuvolosa corrispondente ad un flusso di correnti calde provenienti dai quadranti meridionali che scorrono alle quote medie al di sopra della massa d’aria fredda, la quale sopraggiunge al suolo dai quadranti occidentali o nord-
Il katafronte freddo segue un meccanismo di sviluppo analogo all’anafronte, tuttavia la corrente a getto questa volta interseca obliquamente la massa nuvolosa, causando la spinta in avanti della nuvolosità frontale. I fenomeni si trovano dunque in una stretta fascia nuvolosa davanti alla linea frontale. Questi sono dunque di breve durata ma possono rivelarsi violenti e temporaleschi, soprattutto laddove vi sarà la sovrapposizione tra il flusso secco intruso in alta quota e il massimo apporto di umidità alle quote inferiori. Il miglioramento non tarderà ad arrivare, grazie all’azione dell’aria più asciutta che preme da tergo.
Il fronte freddo spaccato vede questa volta la corrente a getto tagliare perpendicolarmente la linea frontale e provenire quindi da ovest o da nord-discendenti interne al getto stesso dovute all’avvezione di vorticità anticiclonica, mentre quello sul lato sinistro (quindi a nord) si intensificherà a causa delle correnti ascendenti che ivi convergeranno dalle quote inferiori proiettandosi verso l’alto in virtù dell’avvezione di vorticità ciclonica. Un’ulteriore caratteristica risiede nel fatto che la banda frontale presenta due linee frontali: una massa nuvolosa superiore proiettata in avanti sotto la spinta del getto che identifica il transito del fronte in quota e una seconda dissociata banda nuvolosa scorre più lenta alle quote inferiori non interessate dal getto e delimita il transito del fronte al suolo. Sotto questo tipo di fronte e soprattutto sul suo troncone posto a sinistra dell’asse del getto, avremo precipitazioni brevi ma intense e generalmente temporalesche, anche di forte intensità, grandinigene e con rischio di fenomeni vorticosi. La zona interessata dai fenomeni però sarà piuttosto circoscritta e a seguire il rapido afflusso di aria fredda più pesante posteriormente alla linea frontale farà aumentare sensibilmente la pressione determinando un velocissimo miglioramento del tempo unitamente all’ingresso di venti più secchi e freschi da nord.
Vuoi conoscere i quattro tipi di fronte caldo?
Luca Angelini
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