L’autunno si conferma stagione di contrasti. Lo si può immaginare come un braccio di ferro tra le masse d’aria già catturate dalla lunga notte polare e per questo ben raffreddatesi, e quelle che invece sono rimaste, per così dire, impaludate alle latitudini subtropicali, continuamente rifornite di calore dagli oceani che devono ancora smaltire gli eccessi della scorsa estate. Ora, quando queste due fazioni vengono a stretto contatto, nascono vistose differenze di temperatura ( e di pressione) lungo distanze relativamente brevi.
Spesso la nostra Penisola è più lunga in chilometri di quanto non lo sia questa differenza termica, che tecnicamente si chiama “gradiente orizzontale di temperatura” evenienza che può giocare quindi alcuni simpatici scherzetti, come quello al quale stiamo andando incontro e con il quale dovremo fare i conti nei prossimi giorni.
Come ormai ben sapete, si parte da una autentica fiammata, già attivatasi con collegamento in presa diretta tra l’entroterra del nord Africa e il Mediterraneo. Da qui la risalita delle temperature che abbraccerà le prossime 48 ore, assai vistosa soprattutto al centro, al sud e sulle Isole Maggiori, dove ci dobbiamo attendere valori al di sopra della norma di molti gradi. Ma ecco sopraggiungere aria più fredda dal nord dell’Atlantico, secondo il meccanismo che vi ho descritto in questo editoriale, la quale subentrerà senza troppi complimenti a quella calda nella seconda parte della settimana.
La giornata che farà da cerniera tra le due masse d’aria, quella che vedrà il passaggio più brusco dovuto proprio al forte gradiente che si verrà a creare a cavallo dell’Italia, sarà quella di venerdì 27 ottobre. Il grafico qui a fianco ci mostra l’entità e la durata di questa invasione calda, ma anche il salto che si manifesterà nel giro di 24 o anche meno nella giornata di venerdì: un salto anche di 12-15 gradi al centro, al sud e sulle Isole Maggiori. La cartina in evidenza riportata all’inizio dell’articolo, e che potete consultare in tempo reale anche su questa pagina (click per aprirla), è davvero eloquente.
Perchè solo su questi settori? Perchè, in considerazione della direzione di provenienza delle correnti, che si disporranno da nord, risulteranno maggiormente esposte. Il nord rimarrà invece parzialmente riparato dalla chiostra delle Alpi e pertanto risentirà meno di questa raffreddata, arrivandoci solo per il parziale rientro da est attraverso la val Padana. Che seguito avrà poi quest’aria fredda? Nulla che possa farci ritenere possibile l’imbocco di una fase fredda (vedi indice di affidabilità molto basso), ma solo una ennesima breve parentesi in un contesto di continuo saliscendi. I giorni scorsi vi parlavo di “colpi di scena”: avere capito ora perchè?
Luca Angelini