Temporali “imprevisti”, il caso del 20 agosto in Emilia

Giusto due parole, doverose verso i lettori, che non sono una giustificazione ma un invito alla presa di coscienza ancora una volta, dei limiti della predicibilità quando si tratta di previsioni a scala locale.

La perturbazione che sabato 20 agosto ha attraversato le nostre regioni settentrionali ha dato luogo a precipitazioni piuttosto diffuse, soprattutto lungo l’area alpina e prealpina, come d’altra parte era emerso anche in sede di previsione. Fin qui tutto bene, c’è tuttavia un settore delle nostre regioni settentrionali, quello che comprende l’Emilia e in particolare le città di Modena e Bologna, dove si sono verificati due distinti eventi temporaleschi locali ma intensi non simulati dalla modellistica numerica.

Ora, in linea generale le premesse per possibili temporali a livello generale c’erano, così come un po’ per tutto il settore padano e infatti, per quanto mi riguarda, avevo menzionato come zone per così dire “a rischio” quelle settentrionali della regione. Ma Modena e Bologna non si trovano a nord. Cosa è accaduto allora? Come sono potuti sfuggire due temporali così intensi?

temporale bolognaPurtroppo questo è uno dei limiti più evidenti che affligge la previsione locale del tempo, come ben spiegato in questo articolo correlato: abbiamo una struttura temporalesca del diametro di 10 chilometri, come quelle che hanno investito Modena e Bologna (vedi riflettività radar in figura), ma abbiamo anche modelli di simulazione che hanno una risoluzione massima operativa di griglia di 25-40 chilometri. Un ammasso temporalesco che finisce dentro quella griglia, senza toccare i cosiddetti “nodi”, ovvero i punti sui quali vengono eseguiti i calcoli, è come se non esistesse, non verrà mai visto ne tanto meno previsto.

Questo paradosso sta alla base delle problematiche future della predicibilità atmosferica, dove in un contesto climatico in rapido mutamento, avremo una maggior probabilità di fenomeni estremi e una minor capacità di prevederli. E questo caso ne è la dimostrazione lampante.

Luca Angelini

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