Uragani e tornado: non sono la stessa cosa ma possono coesistere. Un uragano, meglio detto ciclone tropicale che assume la forza di uragano, è una struttura atmosferica alla mesoscala alfa (fino a 1.000km), mentre il diametro di un tornado non supera i 500 metri e pertanto si scende alla microscala o scala locale (sotto 10km). Cambia anche la durata: un uragano può sopravvivere settimane, un tornado mediamente qualche decina di minuti. Chi non mastica la meteo potrebbe quindi scambiare i due termini come sinonimi. In realtà, come abbiamo visto, si tratta di strutture ben diverse, anche se entrambe apportano venti forti e sono associate a condizioni di brutto anzi bruttissimo tempo. Scendendo un po’ più nel particolare possiamo però notare che a volte l’uno è contenuto nell’altro. Ci spieghiamo meglio…
Un ciclone tropicale, uragano o tifone che dir si voglia a seconda dei luoghi attorno al globo dove si forma e si sfoga, è una struttura vorticosa che si sviluppa lungo la linea di convergenza intertropicale sulle calde acque degli oceani tropicali. Come ben sappiamo porta con sè venti molto violenti, intensissimi rovesci di pioggia, causano devastazione e morte lungo il loro percorso che solitamente termina contro una linea di costa o si perde sulle più fresche acque degli oceani della fascia temperata. Alcuni entrano a far parte della circolazione extratropicale, quella che interessa direttamente anche l’Italia per intenderci, e si trasformano in normali centri depressionari ma, allargandosi alla scala sinottica ( al di sopra dei 1.000km) perdono molta della loro potenza.
E i tornado cosa c’entrano in tutto questo? Ebbene un tornado, o tromba d’aria, o tromba marina, sono vortici a forma di imbuto con diametro fino poche decine di metri e si sviluppano laddove un particolare taglio di vento crea vorticità (aria in rotazione), la quale poi viene sollevata in verticale dalle correnti ascendenti come quelle che si trovano al di sotto di una nube temporalesca. Solitamente queste condizioni si trovano alle medie latitudini, dove la causa scatenante è lo scontro d masse d’aria diverse e sono associate ai normali temporali. Nulla che associ dunque agli uragani tropicali, dove invece un siffatto taglio di vento, detto tecnicamente “shear”, sarebbe addirittura deleterio per la struttura di un ciclone tropicale, tanto da causarne il disfacimento.
La meteorologia però anche in questo caso sa stupirci. Diversi studi in merito hanno accertato che nei cicloni tropicali esiste una particolare porzione dove sussistono condizioni favorevoli allo sviluppo dei tornado. Questi ultimi sono stati osservati e catalogati e ora sappiamo che si trovano per la maggior parte sul settore nord-orientale del ciclone, ovvero sul quadrante in alto a destra. Lo schema riportato nella figura qui a fianco mostra i quadranti di un ciclone tropicale e la frequenza dei tornado associati tutta proiettata in altro a destra.
Si chiamano “tornado indotti” e possono svilupparsi soprattutto se la porzione descritta tende ad impattare una costa. L’attrito che si sviluppa al livello del suolo devia le correnti negli strati medio-bassi dell’atmosfera, mentre in quota il flusso rimane inalterato. Ecco che si viene a creare un taglio verticale di vento simile a quello che si produce nei temporali “nostrani” e che quindi può originare tornado.
Il tornado nell’uragano dunque? Ora sappiamo che si può.
Luca Angelini
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