Tornerà l’anticiclone nord-africano? Chiediamolo al Monsone

Al di là di tutti gli scongiuri possibili e immaginabili, esiste un metodo scientifico grazie al quale possiamo sapere con qualche tempo di anticipo, se la figura anticiclonica nord-africana arriverà con buona probabilità fin sull’Italia? Un indizio ci può derivare dall’analisi delle anomalie termiche delle acque superficiali sul golfo di Guinea. Se le acque suddette sono più fresche della norma, viene a generarsi una corrente che dal mare (sud) soffia verso il Sahel (nord).

Una sorta di enorme brezza marina che va sotto il nome di Monsone dell’Africa nord-occidentale. E chiaro che il Monsone, provenendo da sud, spingerà verso nord  il settore dove confluiscono gli Alisei dei due emisferi, normalmente posto attorno all’Equatore. Lungo questo settore, noto come Linea di convergenza intertropicale con acronimo I.T.C.Z., si sviluppano infatti imponenti masse temporalesche, le quali costringono ad una dilatazione le porzioni atmosferiche adiacenti.

Questa pressione viene risolta con uno spostamento verso nord di tutto il blocco anticiclonico subtropicale, il quale in questo modo si può affacciare agevolmente sul Mediterraneo e quindi sull’Italia. In altre parole, più basse sono le temperature superficiali dell’Atlantico all’altezza del golfo di Guinea, più elevata sarà la piovosità sulla regione dell’Africa nord-occidentale chiamata Sahel e più a nord si troverà l’anticiclone nord-africano.

ITCZ GRAFICOMa passiamo dalla teoria alla pratica: dalla mappa che vi ho proposto nella figura in cima all’articolo possiamo rilevare che ad oggi (potete controllare voi stessi in fondo a questa pagina), non si riscontra alcuna importante anomalia a carico delle acque superficiali del golfo di Guinea. Quindo con l’oceano siamo OK, ma con l’atmosfera? Per controllare la posizione della convergenza intertropicale I.T.C.Z. vi propongo la mappa qui sopra, la quale sostanzialmente conferma che tale linea risulta in perfetta sintonia sia con il Monsone, che non è ancora partito, sia con i valori medi stagionali, ai quali si sovrappone perfettamente.

Tutto questo per dire cosa? Per dire che nelle prossime settimane non pare probabile una presenza particolarmente ingombrante della temibile figura anticiclonica nord-africana sull’Italia, a meno che… A meno che le onde atmosferiche che si inseguono alle medie latitudini non decidano di allungarsi così tanto lungo i meridiani, fino ad andare a stuzzicare il “can che dorme”. Solo con un affondo depressionario particolarmente tenace verso il nord Africa si potrebbe mettere in moto la risalita del cosiddetto “cammello” verso il nostro mese di maggio, secondo uno schema visto piuttosto di frequente negli ultimi tempi, evenienza non del tutto remota per quanto riguarda la seconda settimana del mese sulle nostre regioni meridionali.

Luca Angelini

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