
Un cielo rosso fuoco, ma qui il fuoco non c’entra. Perchè allora quelle nuvole? Perchè quel colore? Si tratta di nubi orografiche, fenomeno noto, studiato, simulato matematicamente, insomma non certo un mistero. Nubi orografiche, altostrati, cirrostrati, altocumuli, inserite anche nel Sistema di Classificazione dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale.
Si formano quando una massa d’aria stabile e poco densa che scorre ad alta quota scavalca una catena montuosa, in questo caso le Alpi, ondulando come una corda pizzicata. L’umidità in quota che sale verso la cresta dell’onda subisce brinamento e diventa quindi visibile, come una pennellata di ghiaccio in seno alle creste dell’onda modellate proprio dalle montagne. Poi si dissolve per sublimazione quando scende per poi tornare di nuovo visibile in salita e così via. Se il vento in quota è forte, proprio come ieri, queste onde si propagano per centinaia di chilometri, rimanendo però con le loro forme curiose quasi ferme nel cielo, ferme, come le montagne che hanno innescato l’ondulazione. E’ infatti il vento che le attraversa a distendere e a stirare i cristalli di ghiaccio creando quell’effetto “a lente” che ne conferisce la particolare bellezza.
E quel rosso?
E’ un fenomeno che avviene subito dopo il tramonto (o poco prima dell’alba), quando noi siamo in ombra ma le nubi poste ad alta quota sono ancora illuminate dagli ultimi raggi di sole. Questi ultimi appaiono rossi in direzione delle nuvole perché la radiazione deve attraversare grandi porzioni di atmosfera, quindi di umidità e pulviscolo, perdendo così alcune frequenze della luce visibile. In particolare la luce ad onda più corta blu-violetta, intercettando il pulviscolo atmosferico, si comporta come una piccola onda del mare che viene bloccata da una scogliera diventando quasi invisibile (fenomeno della diffrazione). Le lunghezze d’onda più grandi invece, quelle del giallo e del rosso appunto, si comportano come grandi onde del mare che riescono a superare la nostra scogliera. E’ per questo che rimangono visibili quando i raggi del sole sono molto bassi (alba e tramonto) rendendo crepuscoli e aurore momenti di pura suggestione.
Luca Angelini
