
Il fenomeno dell’inversione termica è molto frequente durante la stagione invernale; si dice “inversione” perché è una condizione in cui l’andamento della temperatura lungo la verticale si “inverte”, ossia aumenta al salire della quota, anziché scendere come di consueto.
LE CAUSE: per avere inversione termica anzitutto dobbiamo trovarci in condizioni di alta pressione, ossia in condizioni di correnti discendenti. Perché dunque l’aria è più fredda in basso che in alto? Perché in condizioni di alta pressione, con cielo sereno e vento calmo, il raffreddamento del terreno è massimo e si propaga al pelo dell’aria sovrastante raffreddandolo a sua volta. Ma l’aria fredda è più densa, ovvero entro un dato volume, contiene un maggior numero di molecole e pertanto diventa più pesante rimanendo così incollata nei bassi strati. Sopra inoltre c’è l’alta pressione, dove l’aria scende dalle alte quote e si scalda per compressione creando una sorta di coperchio che divide l’aria calda in alto da quella fredda in basso. Le differenze, come avrete certamente notato, possono essere davvero notevoli.
Questo potrebbe comportare, ad esempio, il livello dello zero termico (temperatura di 0°C) a 2 mila metri, e valori sotto zero in pianura. Solo un energico rimescolamento dei bassi strati potrà sbloccare questa situazione, certamente poco salubre dato che incollate al suolo, oltre all’aria fredda e alle eventuali nebbie, si accumuleranno anche le deleterie sostanze inquinanti.
Luca Angelini
