Un aggiornamento serale, doveroso viste le carte elaborate dal modello americano GFS, che da questa mattina si è impuntato su un (improbabile) scenario di freddo severo nei primissimi giorni di dicembre. Quali sono le novità alla luce delle ultime corse della giornata?
Lo possiamo vedere dalla figura allegata e che mostra in parallelo ne elaborazioni numeriche dei due modelli di punta, l’americano GFS appunto (primo in alto a sinistra) le sue corse medie d’ensemble (a fianco) e lo stesso, ma riferite al modello inglese ECMWF (sotto). Si nota in maniera inequivocabile che la corsa operativa del modello americano propende ancora per una folata di freddo invernale sull’Italia in una parentesi compresa tra il 3 e il 5 dicembre prossimi.
Che valore ha questo scenario? Data la distanza temporale abissale, siamo ancora intorno alle 300 ore, lo scenario ipotizzato, scusate l’allocuzione poco elegante, equivale ad una giocata a dadi. Dimostrazione del fatto sta nel confronto in parallelo con tutte le altre corse (vi abbiamo risparmiato i modelli minori), tutti orientati su output differenti.
Al di là di tutto però, utilizzando opportuni metodi probabilistici, dobbiamo notare un unico comun denominatore che ci offre un gancio verso qualcosa che effettivamente pare deciso a cambiare in quel periodo. Quella anomalia di pressione sempre più convinta alle alte latitudini, prima in Atlantico, dopo in area scandinava, potrebbe mettere fine a quel fiume di aria mite meridionale che seguita ad affluire dal nord Africa verso l’Italia.
Ciò sta a significare che il mese di dicembre potrebbe esordire con una rotazione del flusso portante dai quadranti settentrionali, generando così un effettivo calo delle temperature, seppur con valori che si limiteranno a rientrare entro i valori normali per il periodo. E quest’ è senz’altro un passo importante, se solo si pensa che all’estremo sud, tra il 29 e il 30 novembre, la colonnina di mercurio potrebbe addirittura sfiorare i 15°C al di sopra della media.
Per concludere: l’ipotesi al momento più probabile è quella che vedrà un esordio di dicembre caratterizzato da un rientro del campo termico nella norma, a causa di un moderato raffreddamento. Non aspettiamoci alcuna ondata di freddo polare o peggio ancora di gelo estremo. Un ultimo consiglio: diffidate di chi propina scenari di gelo apocalittico seguendo una singola corsa emessa dai modelli, magari con 300 ore di anticipo: l’aria fredda, per noi Italiani, arriva da lontano e, per le sue caratteristiche fisiche, può subire notevoli rimaneggiamenti, soprattutto nel caso, come l’attuale, si trovi costretta a scorrere sopra un continente o sopra un mare ancora troppo caldo.
Il freddo italiano insomma è sempre il freddo dell’ultimo minuto.
Luca Angelini
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