
COMMENTO GENERALE: quando l’anticiclone fa un passo indietro e permette l’inserimento di condizioni meteo-climatiche consone al periodo ce ne accorgiamo immediatamente. Il problema di quest’anno è che queste parentesi invernali sono state rare, veloci e poco organizzate, esattamente come quella attesa domani, mercoledì 26 febbraio.
SPRUZZATE DI NEVE IN ARRIVO: oltre al vento e al calo termico, che tratteremo in appositi editoriali, vogliamo qui approfondire il discorso neve; si, perchè ci saranno alcune zone dell’Italia che, essendo maggiormente esposte alle correnti fredde nord-occidentali, potranno risentire di questo fenomeno, seppur in maniera sporadica e di breve durata.

ALPI: dunque, primo settore sarà l’arco delle Alpi, in particolare i versanti esteri, ma anche i nostri fondovalle più settentrionali posti in prossimità del confine di Stato. Il forte vento in quota infatti (attenzione tormente in altitudine) stirerà le nuvole facendole superare l’ostacolo alpino di alcuni chilometri, prima di dissolversi sulla pianura Padana. Fiocchi dunque nelle vallate superiori valdostane, piemontesi, lombarde, altoatesine e, in patte, anche quelle friulane fino a 300 metri.
APPENNINI E SARDEGNA: l’impatto della corrente fredda contro l’arco alpino produrrà un minimo di pressione relativo in val Padana, che richiamerà aria umida verso le nostre regioni centrali (nel pomeriggio) e poi anche su quelle meridionali (in serata), dove pertanto nel corso della giornata avremo possibilità di rovesci sparsi (anche locali temporali). La quota neve oscillerà mediamente tra i 500-600 metri di Toscana, Umbria, Marche, i 600-700 metri di Lazio, Abruzzo, Molise e Gargano, fino agli 800-1.000 metri delle zone interne della Campania, Basilicata e sul nord della Calabria (Sila). Qualche fiocco non si esclude anche sui monti sardi a partire da 900-1.000 metri.
Luca Angelini
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