Una perturbazione d’altri tempi

Vecchia e cara perturbazione atlantica dove sei finita? Eccola, quasi avesse ascoltato il richiamo sollevato da molti nei giorni della recente siccità, ormai quasi solamente un ricordo. Certo, c’è ancora molto da fare per riappianare completamente un deficit idrico che si protraeva da molti mesi, tuttavia per una volta, cerchiamo di vedere il lato positivo e, soprattutto, quello bello e inedito della meteorologia.

Così anche una perturbazione può dire molto: attraverso le immagini satellitari ad esempio, che dal cielo la ritraggono oggi, mercoledì 8 maggio, come un dipinto di Rubens. Osservate la spirale delle nubi che viene risucchiata dal minimo di pressione attraverso il quale l’aria sale dal suolo fino alle alte quote dell’atmosfera.

Osservate (figura sotto) le masse d’aria provenienti da luoghi lontani che si infilano dentro la circolazione vorticosa tessendo trame nuvolose tipiche, estese e stratiformi laddove l’aria calda scorre sopra la fredda (fronte caldo sulle nostre regioni settentrionali), più nette e marcate laddove è invece l’aria fredda a sollevare quella calda (fronte freddo all’altezza della Francia).

Di conseguenza le piogge, continue ma moderate sotto il fronte caldo, più intense e sotto forma di rovescio, ma di durata inferiore lungo il fronte freddo. Poi le temperature, prima basse, quindi in aumento, ma successivamente di nuovo in calo, il tutto condito dalla continua rotazione del vento attirato dal vuoto magnetico di quell’occhio che ha fatto misurare al livello del mare fino a 975hPa, un valore di pressione basso per la stagione e per queste latitudini.

Infine la genesi di tutto il sistema perturbato, nato in Atlantico tramite un processo particolare noto come “Warm Seclusion“, alimentato sia dall’aria fredda polare (nuvolosità irregolare che vediamo in Atlantico), sia da quella calda risalita dal nord Africa e che ha tentato di prevalere conferendo al sistema un cuore non più freddo, ma via via più caldo, simile a quello dei cicloni tropicali.

Insomma, il tempo non è semplicemente quello superficiale che siamo soliti osservare; ogni nube, ogni goccia di pioggia, ogni folata di vento ha un suo perchè, ha un motivo ben preciso di esistere ed un ruolo ben specifico nei processi in atto. Ogni particella in movimento costituisce un tassello imprescindibile di tutto il sistema e il bello di questo tipo di tempo è che permette a noi addetti ai lavori di spiegarvelo e di rendervi partecipi di tutto questo.

Luca Angelini

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