
Uno spunticino didattico leggero, ma di sicuro interesse, spezza l’atmosfera meteo un po’ intorpidita di questi ultimi giorni.
E’ un quesito che nasce già nei giorni della scuola primaria (l’ex elementare per capirsi), quando le maestre iniziano a spiegare per sommi capi ai nostri bambini lo stato della materia (solido, liquido, gassoso) e i relativi passaggi da uno stato all’altro partendo dai più semplici e intuitivi (condensazione, evaporazione, fusione, congelamento).
Spesso però le idee a riguardo, quando si parla del vapore acqueo, sono piuttosto confuse. Prendiamo ad esempio una pentola che bolle ed emette il classico fumo, tipo nuvola: cos’è quel “fumo”? “Vapore acqueo”, la risposta sicura della maggior parte delle persone (docenti e non). Risposta sbagliata!
Per farvi capire il concetto, conducendovi invece alla risposta corretta, vi propongo di partire proprio dalle nuvole. Il processo che porta alla formazione delle nubi avviene quando si ha il raffreddamento di una porzione di aria umida e quindi la sua condensazione. Ma noi sappiamo che la condensazione è il passaggio dallo stato aeriforme (o gassoso nel caso dei composti diversi dall’acqua) allo stato liquido. Dunque le nubi, in quanto dovute al processo di condensazione, si trovano allo stato liquido e sono formate infatti da triliardi di microscopiche goccioline di acqua (curiosità: sotto i -30°C le goccioline diventano cristalli di ghiaccio, ma di questo processo parleremo in altra sede, oppure vi consiglio questo chiarissimo VIDEO).
Lo stesso accade nella nostra pentola: l’acqua evaporata dalla pentola bollente (l’ebollizione è, in un certo qual modo, un’evaporazione forzata) si raffredda incontrando l’aria a temperatura ambiente della nostra cucina e quindi condensa. Ma il processo di condensazione identifica il passaggio dallo stato aeriforme allo stato liquido. Ecco allora che la nostra pentola fumante emetterà minuscole goccioline di acqua liquida e NON vapore acqueo!
Quindi, per concludere: la nostra nuvola, il fumo della pentola, ma anche quello di una ciminiera, quello dello scarico di un’automobile oppure di un aereo è acqua liquida, che in tutti questi casi può facilmente condensare anche grazie all’aggregazione con le particelle solide di scarto delle relative combustioni, i cosiddetti inquinanti.
“Bene” direte voi, ma allora il vapore acqueo com’è?
Per ricordarcelo una volta per tutte possiamo utilizzare un metodo semplicissimo, quello delle tre “i”. Le tre lettere “i” stanno a significare che:
- 1) il vapore acqueo è INVISIBILE (è contenuto nell’aria ma non lo vediamo finchè non condensa diventando acqua. Lo possiamo però misurare con gli igrometri).
- 2) il vapore acque è INCOLORE (se non lo si può vedere….)
- 3) il vapore acqueo è INODORE (l’aria non ha odore e assume le eventuali esalazioni date da altri gas).
Finiamo con un’osservazione utile che ci aiuterà ulteriormente a comprendere il concetto: che differenza c’è allora tra una nuvola e la pioggia se entrambe sono formate da goccioline di acqua? Ovviamente la differenza la fa la dimensione delle goccioline: la gocciolina di una nube misura circa 30 millesimi di millimetro (è leggerissima), mentre una gocciolina di pioggia ha una grandezza media compresa tra 1 e 3 millimetri e ha un peso tale da non venir più sostenuta dall’aria; dunque le prime goccioline rimangono sospese nel cielo (nubi) e le altre invece precipitano verso il suolo (pioggia).
Luca Angelini
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