Vecchia e cara perturbazione atlantica dove sei finita?

A volte, in Meteorologia, si parla di compensazione. Ma cos’è questa compensazione e soprattutto ci sono basi scientifiche che la provino? Finora no, anche se tutti converrete che i fenomeni atmosferici nascono proprio per appianare squilibri e dunque, in un certo senso, per riequilibrare, compensare le forze in gioco.

Il discorso però cade su vari fronti. Pensate ad esempio alle configurazioni circolatorie derivanti da blocchi atmosferici persistenti. Il mutamento dei regimi di persistenza, proprio legati a questi blocchi atmosferici, sempre più frequenti e prolungasti, sono l’ago della bilancia del tempo 2.0.

Ora, osserviamo che le perturbazioni hanno da tempo disertato l’Italia (e il bacino del Mediterraneo), fatta eccezione per brevi ricomparse marginali legate quasi esclusivamente a ciclogenesi secondarie di natura mediterranea. Le perturbazioni “classiche”, quelle belle cariche che arrivano dall’Atlantico, quelle che un tempo facevano del mese di aprile un bottino d’acqua quotidiano, hanno preso invece da oltre due anni altre vie. Potremo rivederle a breve?

Per quanto ci possano indicare le carte relative ai prossimi giorni, pare che questa situazione non subirà grandi cambiamenti: la prossima settimana ci offrirà alcune occasioni per assistere al passaggio di qualche pioggia, ma anche questa volta tuttavia le classiche perturbazioni diserteranno la scena in favore di piccoli mulinelli di bassa pressione associati a passaggi piovosi mai estesi, e appena sufficienti per proseguire la primavera con i prati verdi.

Luca Angelini

Vecchia e cara perturbazione atlantica, dove sei finita?

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