
Sembra una contraddizione dato che, ovviamente, il mare in val Padana non c’è. Tuttavia l’aria non ha confini, se non quelli che tentano di frapporsi al vento come una catena di montagne. In questo caso il vento che nel semestre estivo (primavera ed estate) si genera per la differenza di pressione e temperatura tra il mar Ligure e la Pianura Padana, dopo essersi incanalato nel golfo di Genova, riesce ad attraversare l’Appennino irrompendo da sud o sud-ovest verso il cuore della grande pianura. Il suo nome è Marino.
Marino=vento di mare, proprio perchè la corrente si genera sul mar Ligure, quando staziona aria fresca e umida che si mette in modo per motivi sinottici verso nord, verso la pianura Padana, dove l’aria è più calda e la pressione è più bassa. Dopo aver forzato la catena appenninica, questa stessa corrente si ritrova a scendere sul versante padano perdendo immediatamente la sua umidità iniziale e progressivamente la sua forza man mano che procede a nord del fiume Po. Il Marino in val Padana è pertanto un vento asciutto.

Dunque, se in Liguria questo vento è debole e quasi sempre, anche in condizioni anticicloniche, si associa a cielo nuvoloso, in Piemonte, Lombardia ed Emilia-Romagna può presentarsi più deciso e porta cieli tersi e tempo soleggiato, ed è noto anche come “Marino Bianco“. In caso di correnti in quota a curvatura ciclonica, eventuali perturbazioni in transito limitano la loro azione all’arco alpino, ovvero laddove cessa la sua azione stabilizzante. L’area maggiormente battuta dal Marino, come frequenza e intensità, è l’Oltrepò Pavese, tuttavia questo vento può benissimo raggiungere non infrequentemente anche città come Milano e Bologna presentandosi come vento favonico (ma non troppo caldo) da sud-ovest.
Luca Angelini
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