
Doveva tramontare lentamente all’inizio dell’estate e invece il fenomeno de La Niña in atto dal 2020 potrebbe dilungarsi fino ad agosto. E’ quanto emerge dall’ultimo aggiornamento diramato dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO), secondo la quale c’è un’alta probabilità che l’evento de La Niña sia di lunga durata, tale da persistere almeno per altri due mesi e forse, addirittura fino all’autunno. Alcune simulazioni a lungo termine suggeriscono addirittura che potrebbe persistere fino al 2023. Se così fosse, sarebbe solo il terzo evento de La Niña ad abbracciare tre inverni boreali consecutivi dal 1950.
La grave siccità in atto nel Corno d’Africa e nel Sud America porta i segni distintivi de La Niña, così come le precipitazioni sopra la media nel sud-est asiatico e in Australia, oltre ad una concreta possibilità di assistere ad una stagione degli uragani particolarmente vivace. Scarse o ininfluenti le conseguenze sulla circolazione in Europa (e quindi anche in Italia), anche se, secondo alcuni recenti studi, gli episodi di lunga durata (come l’attuale) possono venire amplificati dal cambiamento climatico in atto e forzare la circolazione anche sul nostro Continente. E non è detto che la siccità di questi mesi sull’Italia possa essere in qualche modo collegata al fenomeno.
L’attuale evento de La Niña è iniziato a settembre 2020 ed è continuato fino a metà maggio 2022. C’era stato un indebolimento temporaneo delle componenti oceaniche nei mesi di gennaio e febbraio 2022, ma il fenomeno si è poi nuovamente rafforzato da marzo 2022. I centri di calcolo cui fa capo la WMO indicano che c’è circa il 70% di probabilità che le attuali condizioni de La Niña si estendano a tutta l’estate boreale 2022 e circa il 50-60% nel periodo luglio-settembre 2022. Ci sono poi alcune indicazioni che un ulteriore prosieguo durante l’autunno boreale del 2022 e l’inizio dell’inverno boreale del 2022-23.
Fonte: Organizzazione Meteorologica Mondiale WMO
Luca Angelini
