Le nebbie si diradano e le ipotesi per il nodo di Capodanno iniziano ad essere individuabili. In realtà per noi, si tratterebbe di una conferma di quanto intuito in questo precedente approfondimento.
Esaminando le 20 più recenti corse del modello numerico GFS, inizializzate con i dati delle ore 00Z del 28 dicembre, si nota l’evidente intrusione dell’anticiclone subtropicale nel cuore della circolazione polare all’altezza della penisola Scandinava. La risalita dell’alta pressione su queste zone così fredde, metterà in moto una severa irruzione di aria gelida verso l’Europa orientale, con un doppio diaframma che il 2 gennaio posizionerà sull’Ucraina un’isoterma di -24°C a 850hPa.
La rotazione oraria del flusso gelido (aria artica continentalizzata) lungo il bordo orientale dell’anticiclone, e dunque la sua retrogressione verso l’Europa centrale, verrà però interrotta dal probabile inserimento delle correnti atlantiche, che si proporranno quasi contemporaneamente con effetto tunnel da ovest a carico dell’anticiclone stesso, accompagnandosi ad un flusso di aria polare marittima, decisamente meno fredda. Le correnti occidentali, con buona probabilità, inviteranno poi la saccatura russa a risalire di latitudine stemperando il potenziale gelido iniziale.
Per l’Italia dunque si conferma un calo delle temperature tra Capodanno e il 3 gennaio, con rientro in media (e forse anche lievemente al di sotto) e un salutare ricambio d’aria. Il ricambio d’aria verrà poi probabilmente ottimizzato dal transito di un paio di perturbazioni atlantiche con ritorno delle piogge e della neve in montagna a partire dal prossimo fine settimana.
Nei prossimi aggiornamenti cercheremo di inquadrare i primi dettagli.
Luca Angelini
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