Ormai la musica la conosciamo bene: il tambureggiante tam tam del riscaldamento globale si aggiunge di un nuovo tassello con i dati appena ricevuti dalla NOAA, l’ente di ricerca meteo-climatica del governo statunitense. Secondo queste rilevazioni, il mese di marzo ha fatto registrare una media termica superiore di 0,85°C alla norma di riferimento climatico (ultimi 30 anni).
Si tratterebbe del mese di marzo più caldo a livello globale dal 1880. Cosa significa questo, che 135 anni fa faceva caldo come oggi, che c’era già il Global Warming? Non esattamente, visto che tale data indica l’inizio delle rilevazioni strumentali certificate.
C’è da osservare anche il fatto che in quegli anni si stava uscendo dai massimi di freddo procurati dall’evento noto come PEG (Piccola Era Glaciale), indi per cui le temperature globali da allora hanno intrapreso una salita che proprio negli ultimi anni ha mostrato la fase di picco. Il dato di marzo si accosta in perfetta sintonia anche all’intero primo trimestre del 2015 gennaio-febbraio-marzo), al primo posto fra gli analoghi trimestri degli ultimi 135 anni, il che segue il 2014 che come è noto, è stato l’anno più caldo da quando esistono le medesime rilevazioni.
Insomma, non un solo dato ma un vero e proprio trend, che lascia poco spazio a dubbi.
Qualcuno ora rincara la dose anche per i mesi a venire (estate rovente, 2015 più caldo del 2014), in virtù del fenomeno di El Nino in atto sulle acque del Pacifico, che notoriamente è capace di contribuire in modo considerevole sull’andamento climatico mondiale. Da parte nostra consigliamo di prendere tali affermazioni con le dovute cautele, anche in considerazione del fatto che altri indici climatici potrebbero remare contro, senza parlare delle conseguenze dovute alla maxi eruzione vulcanica in atto in Cile, certamente in grado di metterci del suo per mischiare le carte.
Staremo a vedere…
Luca Angelini
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