Cinque anni di rilevazioni hanno portato il loro frutto. Commissionato dall’ARPAV e dal Dipartimento regionale per la Sicurezza del Territorio e del Centro Valanghe di Arabba (Belluno) , tra il 2009 e io 2014 si è svolto una capillare opera di monitoraggio degli apparati glaciali sulle Dolomiti Venete, con un telerilevamento aereo effettuato dalla società Helica .
Ebbene dagli ultimi dati disponibili è emerso che la superficie glaciale sulle Alpi Venete è aumentata di circa 100 ettari. Il dato sembrerebbe contraddire l’andamento della temperatura media che per lo stesso periodo ha fatto registrare un trend complessivo attestato su valori medi superiori alla norma climatologica della zona. Cosa può aver influito allora sulle masse glaciali?
In primo luogo dovremmo attendere i risultati relativi ai bilanci di massa, questo per accertare che l’avanzata delle fronti glaciali non sia imputabile allo scorrimento meccanico del ghiaccio dovuto all’eventuale maggior lubrificazione per presenza di fusione parziale dell’apparato.
In seconda istanza, occorrerebbe valutare l’apporto delle precipitazioni solide, probabilmente aumentato a causa dell’effetto feedback dovuto proprio al cambiamento climatico in atto, il quale presiede alla maggior presenza di umidità e quindi di precipitazioni. Un fatto analogo, in buona sostanza, a quanto sta avvenendo in Antartide.
Insomma, finalmente una buona notizia e non solo per i fruitori della montagna invernale, ma soprattutto per il benessere del nostro territorio.
Luca Angelini
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