Come un fungo atomico e là sotto c’era Milano

Dal sole alla tempesta andata e ritorno nel giro di mezz’ora; è quello che è capitato su alcuni quartieri di Milano nel tardo pomeriggio di mercoledì 22 maggio. Il transito di modeste infiltrazioni fresche in quota al di sopra di un cuscinetto caldo e umido ha attivato diverse celle temporalesche che dalle vallate alpine sono stramazzate verso la pianura Padana.

Ma guardate la splendida immagine che da una ventina di chilometri di distanza ritrae la nube temporalesca che ha inghiottito Milano, simile ad un fungo atomico. Il temporale quando si è avvicinato alla città era in fase di indebolimento, ma è stato riattivato al passaggio sopra l‘isola di calore urbana e ha esploso letteralmente tutta la sua energia sottovento alla stessa (quindi ad est).

La testimonianza di quello che avveniva la sotto è rappresentata dai cosiddetti “knuckles“, ossia da quelle protuberanze che orlano il cappello, la sommità della nube. Ogni protuberanza corrisponde ad una corrente calda in ascesa che dal centro diverge in quota e, come un fuoco di artificio, fa cadere l’aria ai lati, parte della quale viene recuperata e rimessa in circolo conferendo al temporale grande intensità e la sua caratteristica pulsante.

Da qui un temporale di contenute dimensioni (non più di 10 km di diametro) ma molto intenso, che ha scaricato potenti rovesci di pioggia, improvvisi colpi di vento e anche una sorprendente grandinata.

Luca Angelini

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