Il Foehn in quota

Partiamo con un’immagine: l’esempio di Foehn in quota immortalato dal sapiente obiettivo di Luca Colzani. La banda nuvolosa a mezza quota indica i rotori dovuti al salto di vento tra le limpide alte quote dove soffia impetuoso il Foehn e quelle basse dove invece troviamo vento calmo e aria più umida e opaca. In altitudine notiamo altocumuli dovuti al transito della parte terminale di un fronte caldo da nord-ovest.

Insidia numero uno per chi frequenta l’alta montagna, il Foehn in quota è legato alla presenza di un vento che sfoga la sua forza solo in altitudine. Perchè insidia? Perchè la calma apparente che si respira al suolo nasconde le forti raffiche di vento che soffiano in montagna e che possono sorprendere l’alpinista o l’escursionista durante la sua attività.Ma quali sono i motivi che limitano il Foehn alle quote elevate?

Essenzialmente due: la presenza di un fronte caldo che giunge sulle Alpi da ovest o nord-ovest (ad esempio il fronte caldo staccato) oppure la presenza di una tenace inversione termica al suolo, più probabile nei mesi invernali.

Nel primo caso la corrente che scavalca l’ostacolo montuoso con venti da nord reca con sè aria mite, la quale essendo più leggera di quella presente al di qua della linea di cresta, tende a galleggiare senza sprofondare. Il sintomo di questa situazione è ben evidente dalla formazione di lunghi filamenti stratiformi di nubi orografiche alle quote medio-alte della troposfera, in particolare altostrati e cirrostrati. Queste nubi si proiettano sul versante sottovento, rendendo visibili i “salti” della massa d’aria al di sopra delle asperità montane. Il suolo e le quote inferiori invece vengono escluse e rimangono in calma di vento. Salendo lungo un pecorso di montagna però il vento diventa improvvisamente evidente e questa linea di separazione risulta sottoposta a forte turbolenza a causa dello shear, ossia dell taglio improvviso di vento che crea rotori e raffiche.

Nel secondo caso, la massa d’aria che giunge da nord (parliamo sempre della nostra regione) risulta fredda e pertanto, superata la linea di cresta, tende a sprofondare verso il basso dove però incontra una forte inversione termica, con una massa d’aria fredda, umida e inerte molto più densa appoggiata al suolo. Il Foehn in questo caso non ha la forza dinamica di rimuovere tale strato inerte e il suolo viene escluso dal ricambio d’aria. La situazione rimane insidiosa per i frequentatori della montagna; in alcuni casi infatti nello strato inversionale si sviluppa un vento di risposta, contrario alla direzione del Foehn che crea ulteriore confusione nella comprensione dell’intreccio di correnti alle varie quote.

Dobbiamo infine notare che inversioni termiche di tipo estivo solitamente vengono smantellate ad opera del soleggiamento che modifica il profilo termico verticale della colonna d’aria riscaldando i bassi strati e permettendo al vento di rimuovere lo spessore inerte e di raggiungere il suolo. Per questi motivi il vento arriva in prevalenza al pianointorno a metà mattina. Dal tardo pomeriggio e ancor più dalla sera, stante la medesima situazione sinottica, il Foehn riprende a salire di quota poichè il subentrante raffreddamento dei bassi strati dovuto al tramonto incipiente, causa la nuova formazione dello strato inversionale. Per questi motivi il Foehn nelle ore serali diminuisce gradualmente di intensità fino a cessare al piano e limita la sua presenza alle quote superiori, dove può ancora presentarsi forte e rafficato.

Luca Angelini

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