L’acqua? Congela a 42 gradi sotto zero!

Sembrerebbe un titolo a effetto ma noi, lo sapete bene, non siamo molto avvezzi quel tipo di marketing, molto più a raccontarvi con parole nostre quello che la scienza ci sussurra dietro le righe. E allora cosa sarebbe questa storia dell’acqua che congela, ovvero passa dallo stato liquido a quello solido, alla temperatura di 42 gradi sotto zero?

Facciamo un passo indietro. Se avere visionato il nostro video documentario relativo alla neve, ricorderete certamente il processo detto di Bergeron-Findeisen che portava alla formazione nelle nuvole della nostra precipitazione preferita. Si parlava di goccioline d’acqua presenti nelle nubi allo stato liquido pur a temperatura sotto zero; il fenomeno si chiamava sopraffusione. Goccioline di acqua pura si spartivano lo spazio nella nuvola con i cristalli di ghiaccio che poi avevano la meglio nel corso del processo.

Bene, se le goccioline di acqua “normale”, quelle che al loro interno contengono molecole “impure” (sali, pulviscolo ecc.) – che fanno da punto d’appoggio per la costruzione del reticolo cristallino del ghiaccio solidificano a zero gradi – quelle soprafuse solidificano intorno a meno quaranta. Anzi, quello è quello che si immaginava fino a ieri.

Oggi c’è un importantissimo studio a riguardo, uno studio pubblicato sulle “Physical Review Letters” da un gruppo internazionale di ricercatori, tra i quali Marco Potenza del Dipartimento di fisica dell’Università degli Studi di Milano. Il team ha messo a punto un laborioso procedimento documentando che l’acqua può rimanere soprafusa fino a -42,55 °C, abbassando quindi di oltre 2 gradi e mezzo la soglia teorica ritenuta finora invalicabile.

Ma la scienza non smette mai di stupire…

Luca Angelini

L’acqua? Congela a 42 gradi sotto zero!