Non lo dicono i (pur tanti) amanti del gelo e della neve, ma diversi studi in materia. Le ultime dritte arrivano dagli Stati Uniti, dove l’inverno solitamente non manca un colpo, dispensando freddo e gelo a volontà. Dunque cosa ci consigliano gli esperti?
Anzitutto camminare. Una passeggiata di circa 30 minuti a basse temperature, meglio se evitando zone particolarmente inquinate, contribuisce ad innalzare le difese immunitarie. Un’attività costante aiuta l’organismo ad abitua progressivamente al freddo, abbassando le probabilità di contrarre i classici malanni di stagione.
La camminata al freddo contribuisce anche alla produzione della vitamina D. La luce naturale del giorno aumenta i livelli di serotonina, il cosiddetto ormone della felicità. Praticando la camminata, dunque, si permette a questa sostanza, solitamente ai minimi durante l’inverno, di risalire, mentre si abbassa il livello di cortisolo, ormone dello stress. Come effetto correlato si ha anche un più facile assorbimento del calcio e una maggiore protezione contro le infiammazioni.
Uno studio dell’University of Michigan ha osservato un potenziamento della memoria del 20% in un gruppo di volontari, invitati a camminare in un grande orto botanico. Oltretutto, quando fa freddo, l’organismo consuma più calorie per riscaldarsi e pertanto la camminata al freddo torna utile anche per ottimizzare eventuali diete. Un errore da evitare? Ovviamente quello di rintanarsi in casa in modalità “letargo” fino alla primavera successiva.
Report Luca Angelini