Clima: scoperte le cause del rallentamento del Global Warming

Che il fantomatico global warming, alias riscaldamento globale in corso sul nostro Pianeta, avesse subito una battuta di arresto è notizia ormai datata. Sarebbe infatti dal 2008 che quel perverso meccanismo febbriccitante del clima terrestre si è inceppato. Approfondendo però le analisi, sino ad inoltrarci nel puro rigore scientifico, abbiamo scoperto risvolti a diro poco inquietanti.

gw1Tra la selva oscura degli studi in materia è emerso l’ultimo in ordine di tempo (ma non di importanza) condotto da tal Sir Richard P. Allan, professore presso il Dipartimento di Meteorologia dell’Università di Reading / UK e investigatore principale del progetto DEEP-C. Orbene, cosa ha scoperto ( e dimostrato) il nostro luminare? Anzitutto che effettivamente il riscaldamento delle terre emerse ha subito un rallentamento rispetto agli anni ’90, mentre quello degli oceani ha continuato imperterrito la propria ascesa.

Il professor Allan ha analizzato tutti i campi possibili, dal ciclo ENSO, alle eruzioni vulcaniche, all’attività solare, alle emissioni di gas serra da parte delle attività antropiche. Ebbene è stato scoperto che il surplus di calore che si osserva sulla superficie degli oceani è stato in parte catturato dalle profondità degli oceani stessi. In altre parole, il calore superficiale ha imboccato un percorso di dispersione a prima vista anomalo, iniziando a propagarsi verso gli abissi oceanici per venirvi li inghiottito.

GW2Il meccanismo si è palesato con l’aumento di intensità degli Alisei convergenti verso l’Equatore, con rimaneggiamento del termoclino (parte superficiale dell’oceano) e l’insorgenza conseguenti di più frequenti episodi di Nina. Ma le acque più fredde del Pacifico orientale, paradossalmente, impediscono la redistribuzione del calore negli oceani, causando di fatto il meccanismo portante del riscaldamento globale. Risultato è stata infatti la sottrazione di importanti pacchetti di calore destinati alla terraferma, che quindi ora si sta riscaldando meno rispetto agli oceani.

Insomma, potrebbe trattarsi di un semi-raffreddamento in parte fittizio, una sorta di specchietto per le allodole, come pure di un principio di effetto feedback, ovvero una risposta del Pianeta alle eccessive sollecitazioni imposte dal global warming degli anni passati. Il team del Professor Allan ha provato a mettere a punto modelli che siano in grado di simulare il fenomeno, così da farci capire a cosa stiamo andando incontro. I dati sono stati inseriti nel calderone dei calcoli e ora non ci rimane che attendere per capire quale strada abbia preso il clima del nostro Pianeta.

Luca Angelini

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