COMMENTO: gennaio in Italia, ora i nodi vengano al pettine. Certo non era necessario attendere il responso degli strumenti e le comparazioni con la statistica climatologia per arrivare alla conclusione di un gennaio complessivamente più mite della norma. In questo caso la sensazione umana non ci ha ingannati: le temperature si sono poste al di sopra della media di riferimento (riferimento climatico 1961-1990) sia nei valori minimi che in quelli massimi.
LE TEMPERATURE: da una analisi approfondita dei dati elaborati dal Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare non sono stati raggiunti o superati i valori estremi superiori della media mensile delle temperature massime e della media mensile delle temperature minime. Per quanto riguarda gli estremi superiori giornalieri, le massime hanno fatto registrare i valori record su 2 stazioni (Mondovì: 24.8 °C il 10 gennaio, il record precedente del 19 gennaio 2007 era 23.4 °C; Crotone: 24.9 °C il 13 gennaio, il record precedente era 21.0 °C il 29 gennaio 1987) e le minime anche su 2 stazioni della rete (Genova Sestri: 13.8 °C il 1 gennaio, il record precedente del 21 gennaio 2007 era 13.3°C; Capo Caccia: 14.8 °C il 1 gennaio, il record precedente era 14.2 °C il 19 gennaio 2007).
LA SINOTTICA: da una analisi del geopotenziale medio alla superficie isobarica di 500hPa (5.500 metri circa) è inoltre evidente una anomalia positiva, solo parzialmente inficiata da una certa una flessione per inserimento di saccature nord-atlantiche, con direttrice prevalentemente nord-occidentale. I mari intorno all’Italia, ancora relativamente caldi in relazione al periodo considerato, hanno reso umidi e piovosi tali flussi.
LE PRECIPITAZIONI: le principali situazioni piovose molto sono state determinate da irruzioni di aria polare marittima, con una serie di saccature, estese sino ad interessare, in più occasioni, il continente africano. Questo quadro sinottico ha determinato conseguenze alla mesoscala, che hanno penalizzato soprattutto le nostre regioni meridionali, in particolare sul lato tirrenico. La natura temporalesca dei fenomeni precipitativi sopra descritti è suffragata dall’incidenza elevata di scariche elettriche sui mari Ionio e basso Tirreno evidenziata dalla mappa di densità delle fulminazioni
Il quadro delle precipitazioni ha presentato un’anomalia positiva sulle regioni centrali e meridionali , con picchi su Campania, Puglia e Sicilia. Non si sono tuttavia registrati valori estremi nella precipitazione cumulata mensile. Per quanto riguarda i dati delle singole stazioni annoveriamo le cumulate di Gioia del Colle, che ha superato i 93.4 mm. Il precedente record di precipitazione cumulata giornaliera di 70.0 mm risalente al 17 gennaio 1978. Altri rilevanti picchi di precipitazione, dell’ordine di 30 mm giornalieri, si sono avuti a Catania, Grazzanise, Napoli, Decimomannu.
LE CONTROANALISI: in responso del tutto analogo ci perviene anche dalle reanalisi condotte dall’ente di ricerca ISAC/CNR, del quale forniamo le immagini allegate in figura. Si noti che i risultati collimano anche se la media di climatologia di riferimento è diversa, slittata in avanti di un decennio rispetto ai dati dell’Aeronautica, comprendendo il lag temporale 1971-2000.
Report Luca Angelini
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