
Wohom! Un tuono scuote la quiete di un primo pomeriggio di mezza estate. Guardi fuori e c’è il sole. Ma dove sarà questo temporale? Solo ad uno sguardo più attento notiamo alcuni ammassi nuvolosi piuttosto consistenti a ridosso di una montagna. Non appena abbiamo scorto il possibile luogo del “crimine” ecco un altro tuono: Beccato è proprio lassù: è un temporale di calore.
Ma cosa significa esattamente “temporale di calore”? Per comprendere la semplice dinamica di sviluppo di questo fenomeno dobbiamo sapere che il forte soleggiamento estivo causa un diverso riscaldamento dei suoli a seconda della loro conformazione. Ad esempio una montagna rocciosa si scalda di più di una boscosa, un pendio pascolivo si scalda di più del lago e del pendio boscoso, ma di meno rispetto alla nostra montagna rocciosa iniziale. Insomma, come vedete, i suoli si riscaldano in modo molto diverso. Questo causa il distacco di bolle d’aria calda le quali, più leggere rispetto all’aria circostante, iniziano a salire con moto ascendente lasciando al loro posto un vuoto d’aria.
Per la legge fisica della continuità di massa tale vuote deve per forza venire riempito da altra aria, la quale infatti affluisce dalle zone circostanti più fresche. Ma a questo punto anche su queste zone necessita un rimpiazzo di aria; quest’ultima viene prelevata dalle quote superiori tramite moti discendenti. Ecco che il cerchio della nostra circolazione verticale si chiude. Questo tipo di circolazione è detta convettiva.
Ora, secondo questo principio la nostra bolla iniziale, che chiameremo “termica”, salendo verso l’alto incontra temperature più basse. Se la quantità di umidità che essa contiene risulta sufficientemente elevata, la nostra termica, raggiunta una certa quota, inizia a condensare: ecco il primo cumulo. Durante le ore più calde delle giornate estive, le termiche tendono a staccarsi dal suolo con sempre maggior frequenza, fino a generare un flusso continuo di aria caldo-
Il cumulo iniziale può così svilupparsi notevolmente in altezza e raggiungere con la propria sommità quote ove incontra temperature anche di oltre 20 gradi sotto lo zero (parliamo di quote superiori agli 8000-
Una volta attivata, la colonna delle precipitazioni pone in essere un flusso discendente all’interno della nube che inizia a contrastare la risalita delle termiche. In questo modo viene interrotta l’alimentazione caldo-
Solitamente a partire dal tardo pomeriggio, il ciclo convettivo descritto tende a indebolirsi sulle Prealpi e a concentrarsi maggiormente sulle Alpi (sempre che sussistano opportune condizioni termoigrometriche). In serata poi la nuvolosità cumuliforme, non più stimolata a salire per il mancato rifornimento di calore da parte del sole, si distende in orizzontale costruendo una struttura nuvolosa detta “stratocumulo” con cessazione delle precipitazioni e della rigenerazione temporalesca. Il passo successivo è il dissolvimento delle nubi e il ritorno del sereno notturno.
Luca Angelini
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