Ghiacciaio Planpincieux: 70 anni di crolli, ecco i precedenti

Il ghiacciaio sotto i riflettori, quello di Planpincieux, alle pendici delle Grandes Jorasses: un imponente scivolo tormentato da impressionanti reticoli di crepacci e seracchi, inclinato mediamente i 30° ed esteso per oltre mille metri di dislivello, dal suo bacino di alimentazione, posto a 3.660 metri di quota, e quello alle fronte che si spinge fino 2.350 metri.

Come sappiamo, l’intero impianto è attualmente sotto stretto monitoraggio per un possibile imminente maxi-cedimento dovuto alle tensioni createsi in conseguenza anche alle perduranti alte temperature della scorsa estate, che hanno permesso all’acqua di fusione di percolare fino in profondità, sullo zoccolo roccioso lubrificando la superficie di scorrimento.

Pur non nelle attuali proporzioni, il ghiacciaio di Planpincieux però non è nuovo a crolli rovinosi.

La memoria del valligiani si spinge sino al 21 dicembre del lontano 1952 quando un’imponente valanga di ghiaccio, con una fronte lunga circa due chilometri e un dislivello superato in caduta di quasi tremila metri, giunse sin sul fondo della Val Ferret, sfiorando l’abitato di Planpincieux, sapientemente costruito però al di fuori dei conoidi di scarico.

Il ghiacciaio rimase nel suo silenzio fino al 1° agosto del 1993 quando l’improvviso distacco di un seracco dalla fronte principale, pur precipitando per solo un centinaio di metri, investi otto alpinisti impegnati nella salita al sovrastante rifugio Boccalatte, lungo la via normale italiana alla Punta Walker nelle Grandes Jorasses (4.208 metri).

Da quel tragico evento passeranno altri tre anni e mezzo, quando a metà gennaio del 1997 la seraccata scaricò ancora, pur senza causare danni nè vittime. Ancora un boato, doppio in questo caso, risvegliò la vallata tra il 20 e il 29 settembre 2014, quando si staccarono prima 30mila, poi 50mila metri cubi di ghiaccio.

Poi arriviamo ai giorni nostri, quando ci si aspetta il più grande crollo mai avvenuto nel massiccio. Qualcuno indica la prima metà di ottobre 2019 come target probabile dell’evento, ma la realtà è che nessuno può conoscere esattamente quando avverrà, se in un solo colpo o se a più episodi cadenzati. Fatto sta che ben 250 mila metri cubi di ghiaccio incombono oggi sulla valle. Pur se nessun centro abitato rischia di venire travolto o, comunque coinvolto direttamente, il solo spostamento d’aria potrebbe cambiare radicalmente l’aspetto di quella valle e la sola vista di quel moncone incombente lassù, accarezzato dalle nubi, fa indubbiamente e legittimamente paura.

Foto in alto di Lauretta Morand – 24 agosto 2019 verso l’Aiguille de Rochefort dal Rifugio Boccalatte.

Luca Angelini

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