Là dove il freddo ora non deve arrivare

Ci sono cose che l’Uomo può decidere, come ad esempio quella di inventarsi una guerra, e altre che non possiamo comandare, come accade invece per le vicende meteorologiche. In entrambi i casi ci si ritrova appesi a un filo, dove il confine tra una vita normale e il disastro è talmente sottile da sembrare trasparente. Stare di qua o di là è un attimo: ci si ritrova impotenti, alla berlina di chi decide per gli altri.

E allora possiamo solo sperare: sperare che il delirio lasci spazio al buon senso, che il silenzio della pace prevalga sullo strepitio delle armi, che la vita prevalga sulla morte. Ma dobbiamo anche sperare che in quel Paese di grande freddo, l’inverno sia ora clemente, che la primavera arrivi presto a sciogliere il gelo della follia, che le piante in fiore possano ingentilire gli scheletri delle città sventrate dalle bombe, che la luce metta fine a quest’incubo tornando a rischiarare il cammino di quella gente e sfumando i contorni di questa tragedia senza senso.

Luca Angelini