
Il continente africano contribuisce solo per il 2-3% per le emissioni globali di gas serra, ma risente in modo sproporzionato delle conseguenze. Lo rileva l’ultimo Rapporto sul Clima riferito in particolare alle condizioni relative allo stress idrico. Siccità e inondazioni sono infatti le due facce di una stessa medaglia, il cambiamento climatico, che in Africa, sempre secondo gli studi inseriti nel Rapporto, ha già colpito 250 milioni di persone e costringerà all’emigrazione ben 700 milioni di persone. Il clima dell’Africa si è riscaldato più della media globale dall’epoca preindustriale (1850-1900).
L’Africa si è riscaldata a un tasso medio di circa+0,3 °C/decennio tra il 1991 e il 2021, più veloce del riscaldamento del trentennio precedente 1961-1990, a +0,2°C/decennio. L’anno 2021 è stato il terzo anno più caldo mai registrato per l’Africa. Parallelamente, l’innalzamento del livello del mare lungo le coste africane è più rapido della media globale, contribuendo all’aumento della frequenza e della gravità delle inondazioni e dell’erosione costiera e della salinità nelle città basse.

La superficie totale del lago Ciad, che si trova vicino al deserto del Sahara, al confine con Ciad, Camerun, Nigeria e Niger, è passata da 25.000 km2 negli anni ’60 a 1.350 km2 negli anni 2000 e da allora è rimasta stabile. I cambiamenti nei corpi idrici continentali hanno importanti impatti sul settore agricolo, sugli ecosistemi, sulla biodiversità”, ha affermato il prof. Taalas, segretario generale dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale WMO. Il Rapporto, il terzo di una serie, è un’iniziativa congiunta tra l’OMM e la Commissione dell’Unione africana e include contributi da un’ampia gamma di organizzazioni delle Nazioni Unite, servizi meteorologici e idrologici nazionali, partner di sviluppo ed esperti di clima. Il rapporto e la relativa story map digitale vengono presentati in occasione di una riunione ministeriale sull’iniziativa Sistema integrato di allerta precoce e azione precoce a Maputo, in Mozambico. 27 dei 51 paesi africani per i quali sono disponibili dati hanno una capacità inadeguata di attuare la gestione integrata delle risorse idriche e nel 2020 molte attività sono state intraprese ad hoc con finanziamenti non sostenibili.
Fonte: Organizzazione Meteorologica Mondiale WMO
Report Luca Angelini