Quante probabilità ci sono che nel weekend possa NEVICARE in pianura Padana?

A completamento e integrazione di quanto già ampiamente descritto in questo articolo, riguardante il passaggio perturbato di sabato 2 e domenica 3 gennaio, vi propongo come primo approfondimento del 2016 un’interessante analisi che fa il punto sulla possibilità di eventuali nevicate sulla pianura Padana.

La delicatezza della questione impone un’analisi rigorosa e complessa, che qui cercheremo di sviscerare insieme semplificando la procedura ai fini pratici. A chi non interessa la parte tecnica può saltare subito alle “conclusioni” (fine articolo).

ALTEZZA ZERO TERMICO: iniziamo quindi con il primo step, con il metodo più semplice, quello di individuare l’altezza del livello di 0°C. Osserviamo allora l’immagine qui sotto, tratTa dalL’ultima corsa del modello a scala locale elaborato dal Consorzio LAMMA, su dati ECMWF. Importante notare la caduta dello zero termico sino a 400 metri su Piemonte ed ovest Lombardia, particolare sul quale torneremo più avanti nella nostra trattazione.

SPESSORI: procediamo ora analizzando qualitativamente la colonna d’aria, utilizzando il metodo empirico degli spessori. Partendo dal presupposto che una massa d’aria fredda è meno dilatata in spessore rispetto ad una massa d’aria calda, possiamo individuare che alle ore 12.00 UTC di sabato (corsa 06Z del 01/0172016 modello GFS su elaborazione weatheronline):

  • Lo spessore tra 1000-500 avrà un’altezza media di 546 decametri (valore ottimale per la neve al piano inferiore a 540dam).
  • Lo spessore tra 1000-700 avrà un’altezza media di 287 dam, con un settori di 281 dam sul basso Piemonte (valore ottimale per la neve al piano inferiore a 284dam).
  • Lo spessore tra 1000-850 avrà un’altezza media di 131dam (valore ottimale per la neve inferiore a 130dam).

WET BULB ZERO LEVEL: una massa d’aria però è caratterizzata anche da un contenuto d’acqua, particolarmente importante per calcolare i calori latenti rilasciati dai passaggi di stato dell’acqua. Ma quale parametro permette di legare temperatura e umidità in modo tale da fornirci un prodotto attendibile ai fini della nostra neve? La temperatura potenziale di bulbo bagnato ci fornisce un segnale, per così dire, “pulito” dallo scambio di calori latenti, poichè trattasi di un parametro conservativo. Se andiamo dunque ad individuare il livello in cui la nostra temperatura di bulbo bagnato raggiunge il valore di 0°C, possiamo ricavare sino a quale quota il fiocco di neve cadrà senza fondere, dunque osserviamo la carta riprodotta qui sotto.

wet

INTENSITA PRECIPITAZIONI: un ultimo ritocco al nostro quadretto nevoso che lega tutto quanto fatto finora è conoscere l’intensità delle precipitazioni. Ebbene, per la maggior parte della modellistica numerica l’area padana sarà interessata da precipitazioni deboli ad eccezione dell’arco temporale compreso tra le 10.00 e le 12.00, allorquando potremo assistere a precipitazioni moderate. L’area dove questo evento sarà più probabile sarà proprio quello dove inizialmente abbiamo visto “cadere” lo zero termico, ovvero tra Piemonte ed ovest Lombardia. Con precipitazioni moderate infatti il fiocco di neve riesce teoricamente a superare indenne uno spessore a temperatura positiva sino a 400 metri quindi, in questo caso, prossimo al suolo.

 

neveCONCLUSIONI: il risultato di quanto analizzato ci suggerisce dunque che domani, sabato 2 gennaio, la perturbazione prevista porterà sull’area padana in gran parte PIOGGIA, ma con alcune eccezioni. La NEVE infatti potrebbe comparire tra la tarda mattinata e le ore centrali del giorno sulle zone collinari/pianeggianti di Langhe e Monferrato, in estensione al Torinese, al Biellese e al fondovalle aostano. Non è escluso che, in via del tutto occasionale (probabilità 20%), la precipitazione possa temporaneamente trasformarsi in neve localmente anche su Varesotto, alto Milanese e Bergamasca nel corso delle precipitazioni più intense.

Con il medesimo procedimento descritto, vi posso anticipare che all’alba di domenica 3 gennaio, la pioggia potrà temporaneamente trasformarsi in neve anche lungo la pedemontana emiliana, mediamente intorno a 400 metri, ma interessando alternata a pioggia, anche quote più basse, pur se in via del tutto locale ed occasionale (probabilità 15%).

Luca Angelini

 

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