Sappiamo ormai a memoria che l’aria sta cambiando. La corrente in arrivo, originatasi sul Canada quindi in partenza gelida di tipo artico-continentale, ha attraversato l’oceano cambiando le sue caratteristiche fisiche nei bassi strati dove ha assunto natura marittima, quindi rimescolata (un po’ meno fredda). Dunque abbiamo una massa d’aria gelida in quota e fredda nei bassi strati. Questo passaggio rende la stessa massa d’aria instabile e ora, con il suo tuffo sul Mediterraneo, questa instabilità verrà ulteriormente esaltata dall’invorticamento della struttura.
Il nocciolo gelido in quota porterà temperature a 5.000 metri prossime a -35°C; il contrasto con la sottostante superficie marina che presenta attualmente una temperatura media di 15°C causerà un delta termico verticale (differenza di temperatura) enorme, quasi 50°C.
Tutto questo, tradotto in parole semplici, significa per la giornata di mercoledì 23 (e forse anche di giovedì 24 gennaio ma ne parleremo in un altro approfondimento) la possibilità di rovesci, ma anche di temporali. Questi temporali saranno più probabili in mare aperto sui nostri bacini di ponente, quindi mar Ligure, Tirreno, bacini circostanti le Isole, ma potranno anche spingersi verso le coste tirreniche, liguri e in Sardegna.
Il rovesciamento dell’aria fredda nel corso delle precipitazioni più intense, potrà localmente dar luogo ad un calo improvviso, locale e temporaneo del limite della neve rispetto alla quota media prevista, specie in Liguria (fino alle coste tra Genova e Savona) e in Sardegna, dove non si esclude qualche episodio, anche di neve tonda, fin verso i 300-400 metri.
Luca Angelini