Come accaduto poco prima del grande terremoto del 2012 in Emilia le “terre calde di Camurana”, nel Modenese, hanno, per così dire, preannunciato anche la scossa di ieri martedì 20 ottobre. A suo tempo le segnalazioni dei residenti erano state prese con scherno dalle istituzioni, salvo poi tornare d’interesse all’indomani del sisma. Quello di Medolla resta storicamente uno dei territori più particolari da questo punto di vista. Ci sono fondi agricoli dove il grano matura prima, proprio in virtù delle temperature diverse dell’acqua di falda e di superficie.
Nei giorni scorsi si è registrato un surriscaldamento in tutti i pozzi sensibili del territorio modenese, con temperature attorno ai 43°C.
Da una decina di giorni i proprietari di un pozzo nel cantiere della loro casa in ricostruzione nella zona di Mirandola, attingevano l’acqua rischiando di ustionarsi. Allertati i Vigili del Fuoco, si attendeva l’intervento di una squadra di tecnici chiamata per verificare la situazione e accertare se potessero essere collegati alle tipiche ebollizioni foriere di movimenti tellurici.
Ma il terremoto è arrivato prima…
Report Luca Angelini
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