CNR: guardate come si è alzato il mare Adriatico da fine ‘800

Il livello medio del mare non è sempre lo stesso, ma soggiace a fattori che agiscono su scale temporali molto diverse. Basti pensare alle maree (cadenza plurigiornaliera), alle vicende meteorologiche (che agiscono su scala interannuale), alle variazioni delle caratteristiche termoaline dell’oceano (scala stagionale). Per quanto riguarda le variazioni più vistose possiamo dar cenno di quelle dovute ai venti dominanti e agli sbalzi della pressione atmosferica.

Su scala globale, dopo il picco glaciale di circa 21000 anni fa, il livello è sempre mediamente aumentato, con velocità variabile. Tra 2000 e 100 anni fa l’aumento è stato inferiore a 2cm per secolo. Misure di alta qualità presso stazioni considerate stabili concordano su tendenze tra 1.5 e 2.0 mm/anno nel XX secolo, non considerando i movimenti verticali del suolo. Durante gli ultime 30 anni la tendenza è stimata in oltre 3mm/anno.

Nel Mediterraneo (escluso il Mar Nero) esistono solo cinque stazioni con almeno 80 anni di dati, cioè Trieste (inizio nel 1875), Genova (1884), Marsiglia (1885), Venezia (1871) e Marina di Ravenna (1873), le ultime due affette da marcata subsidenza di origine antropica.

Nel grafico allegato in figura è illustrato l’andamento del livello medio annuo a Trieste dal 1875 insieme con le tendenze su vari periodi. Si noti la variabilità, e quindi la scarsa attendibilità, di queste ultime quando il periodo analizzato è breve. Il periodo dal 1992 è quello coperto dall’altimetria da satellite.

Rispetto al livello medio del 1991-2009, secondo le più recenti proiezioni dell’IPCC per il XXI secolo, nel 2050 il livello medio dovrebbe essere più alto tra 16 (nello scenario più favorevole) e 63 cm (scenario più sfavorevole), e nel 2100 tra 30 e 250cm. D’altra parte, le simulazioni degli scenari futuri indurrebbero a ritenere che la frequenza e l’intensità delle acque alte estreme a Venezia e Trieste non siano destinate ad aumentare rispetto al presente, per la contemporanea diminuzione della frequenza e dell’intensità degli eventi meteorologici che le favoriscono.

Fonte: Società Meteorologica Alpino-adriatica

Report Luca Angelini

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